Il Carnevale di Venezia

Oggi Piazza San Marco è ancora più bella degli altri giorni. Tutti in maschera, vestiti da illuministi. Siamo tornati trecento anni indietro con la moda; ma c’è un’attrazione che mi trafigge all’improvviso, anzi c’è qualcosa che mi spinge a guardare lei, in maschera dorata, con degli occhi stupendi e delle labbra rosse e carnose… va al Bar, siede in uno dei tanti tavoli, ascolta apparentemente la musica del violinista e mi guarda facendomi rombare le orecchie e spezzare la lingua… così mi siedo al tavolo, in un tavolo alquanto distante dal suo… non ascolto la musica, sto girato verso lei, che guarda il violinista e lentamente va a intrecciare il suo sguardo con il mio, in modo così effimero, effimero ma che ne rimane l’orma. Il Violinista finisce di suonare, lei lo applaude e poi mi guarda, staccando il suo sguardo dal mio nel giro di pochi secondi. Si alza e va nel bar… la vedo bere, e mentre entro, finisce di bere e se ne va incrociando i nostri sguardi.
Lei che va via, mi ha lasciato solo la sua aria, il suo profumo stupendo; poi s’incammina verso tutto il perimetro della piazza.
Si ferma e parla con un’amica, mi guarda di sottecchi, mi regala un sorriso persuasivo, quel suo sorriso è come se avesse emesso un suono, come se mi avesse chiamato… continua a camminare per la piazza ricca di feste in corso con l’amica, come al solito gira la sua testa e pensa continuamente che la stessi seguendo… l’amica se ne va, viene corteggiata da un uomo, anche lui in maschera, come tutti.
Lei ora cammina molto più lentamente, è sotto la Torre dell’Orologio, si ferma… e mi fermo anche io… con lo sfondo di tanto casino, di tanti suoni e di tante coppie, riesco solamente a percepire il suo sguardo, mi avvicino a lei, la guardo prima negli occhi, poi le sue labbra intense.
Mentre la guardo, prendo la sua mano e la faccio intrecciare con la mia, sfioro con le mie dita i suoi capelli, poi la accarezzo sul viso, i miei polpastrelli toccano il suo vestito chiaro, scorro la mia mano sul suo corpo, lentamente, lei mi mostra le piene palpebre, con l’altra mano mi accarezza il viso… e le mie labbra toccano le sue, le nostre lingue s’ingarbugliano…  ora siamo distratti da ogni cosa che succede all’esterno.