Il passatempo (note extra o: extra note al sapore di thè!)

                                                     Ho passato tutto il giorno a bere del thè kukicha e                                                             caffé arabo profumato allo zenzero: la notte, però,                                                             è stata una vera e propria "camomilla"!

 Il thè kukicha è una particolare qualità di thè verde endemica del Giappone, la quale presenta una superba ed insolita combinazione di foglie verdi e piccoli rametti bianchi: ed è proprio l'unione tra questi due componenti che produce il gusto unico di questa bevanda, una sorta di mix tra il sapore perfettamente erboso del thè verde e il dolce gusto delle castagne. E' risaputo come i giapponesi siano grandi bevitori di thè (ed al pari dei britannici direi anche grandi cultori ed esperti dello stesso) ed altrettanto grandi e rinomati consumatori di pesce: è per questi due precipui motivi, infatti (e non a caso) che essi siano anche tra i popoli più longevi della terra. Scientificamente provato è il fatto che tanto il grosso consumo dell'una (la bevanda thè), quanto dell'altro (l'alimento pesce) favoriscano, anzi, rallentino l'invecchiamento cellulare e dell'apparato cardiovasclare nell'essere umano: per una serie di motivi tra cui quelli di essere ricchi di sostanze antiossidanti, fosforo, grassi insaturi (i famosi omega 3), antociani e quant'altro. Ora, però, facciamo un balzo di latitudine non indifferente e rechiamoci, metaforicamente, dalla parte opposta del globo: in Sardegna. Anche lì, a quanto pare esiste (statisticamente provato) una delle più alte concentrazioni di ultra centenari sulla faccia della terra: il fatto strano, però, volete sapere qual'é? Ebbene, scherzi della geografia  a parte, ci sarebbe da dire che da quelle latitudini non sanno neppure come sia fatta una pianta da thè; mi verrebbe quasi da dire...misteri della fede, anzi, del thè!
I francesi, al contrario dei loro amati‐odiati cugini d'oltremanica (li accomunano, beati loro, tantissime tradizioni, tantissime parole, tantissima cultura e, soprattutto, decine di migliaia di anni di buone e salutari guerre!) non sono granché bevitori di thè; al contrario, però, non disdegnano la buona tavola (di molto superiore, direi, qualitativamente parlando, a quella dei loro parenti!) né il buon bere (altrimenti dicasi "qualche quartino di buon rosso" e...non solo!): hanno, tuttavia, un tasso di mortalità inferiore (o meglio: vivono più a lungo) rispetto a finlandesi, lapponi e altri abitanti delle pianure sarmatiche, i quali non bevono per niente vino, poco thè...ma mangiano, però, moltissimo pesce.Quindi molti si domanderanno, ora, come mai non sono longevi quanto i giapponesi? Non occorre sprecare parola per la risposta, ovviamente!
A proposito di divagazioni antropologico‐culturali...quella dei kadar è una tribù di cacciatori dell'India meridionale. Essi non conoscono violenza ‐ è stato detto ‐ né ostentazioni di virilità, in quanto tutti i loro conflitti vengono convogliati all'esterno, ovvero nella pratica (insana o meno non è dato di sapere da alcuno!) della caccia alla tigre: è per questo motivo che molti di loro muoiono giovani...in compenso, però, sono ottimi bevitori di thè. A questo punto mi verrebbe da scrivere "misteri della fede...anzi, miracolo della caccia!".
Le popolazioni camitiche e berbere del deserto, invece, (è il caso dei nomadi tuareg) sono sempre state ottime bevitrici di thè, ma spesso e volentieri, purtroppo, anche dedite a "guerreggiare": è per questo che non hanno mai avuto, generalmente, vita troppo tranquilla né tanto meno longeva. Direi proprio, nel caso in questione per lo meno, che il thè non è tutto nella vita, o meglio...         
Al termine di questa piccola rassegna (che definirei una divagazione didattico esplicativa di natura sociologica, ambientale, gastronomico‐enologica e....ma, forse, chissà, il troppo thè mi ha dato alla testa!), la conclusione potrebbe essere questa: quando si dice che "è soltanto una questione di...thè"; o meglio:sono solo ‐ e soltanto ‐ in fondo, misere questioni di cuore...pardon di thè! Ed il vecchio saggio va ripetendo ovunque e di frequente: "Chi beve thè campa cent'anni!" Ma sarà proprio vero?...Direi proprio di non credergli ad occhi chiusi, perché molto spesso, anzi, quasi mai è vero: "Campa cavallo che l'erba cresce!" obietterei io che da alcuni anni bevo solo ‐ e rigorosamente camomilla senza zucchero!".

da: "Quaderni psichedelici", 2017.