Il riflesso dell’anima
Nel silenzio profumato del primo mattino, tra i tetti di tegole e le voci lontane dei venditori ambulanti, una giovane coppia si era da poco stabilita in una casa dal balcone fiorito in un paesino del retroterra della Sicilia. I giorni scorrevano lenti, cullati dal respiro del mare e scanditi dai piccoli rituali domestici. Ogni giorno, di buon’ora, con la tazza di caffè calda tra le mani, la moglie era solita avvicinarsi alla finestra da cui si scorgeva un piccolo terrazzo, inondato dalla luce del sole, dove una vicina era intenta a sciorinare le lenzuola al vento. — Guarda lì — mormorava la donna, corrugando la fronte. — Quelle lenzuola sono sempre sporche... ma non sa come fare il bucato? Forse usa un detersivo qualunque, magari del discount... Il marito, paziente e silenzioso, si limitava ad ascoltare, lasciando che le parole svanissero nell’aria come le volute del fumo della sua sigaretta. I giorni si susseguivano: le stesse critiche, la stessa finestra, la stessa biancheria. Ebbene, un mattino, la donna si arrestò sorpresa: le lenzuola, stese come ali bianche al sole, erano candide come neve. — Oh! Ma guarda... finalmente ha imparato a lavare. Chissà chi gliel’avrà insegnato...! Il marito posò la tazzina e, con voce pacata, disse: — Nessuno, amore. Questa mattina mi sono svegliato più presto del solito e ho pulito i vetri della nostra finestra. Silenzio! Il mondo, improvvisamente, le sembrò diverso mentre di botto avvertì un forte calore alle gote. Eppure non era cambiato nulla, se non il vetro attraverso cui era solita curiosare. E chissà che in quel preciso momento non abbia pensato che la realtà non è altro che il riflesso di ciò che portiamo dentro. Un vetro limpido può rivelarci la bellezza nascosta, ma per pulire quello sguardo, serve il gesto più semplice e insieme più difficile: guardare prima in noi stessi.
Giovanni Mascellaro