Il treno

Ho l'impressione di aver dimenticato qualcosa.
Eppure, ho considerato tutto nei minimi particolari nei giorni scorsi... È una grande decisione, la decisione che cambierà la mia vita. Come fosse facile, alla mia età, rimettersi in discussione e cambiare la propria vita! Ne sono consapevole ed estremamente convinta, certo, convinta! Controllo nervosamente e per l'ennesima volta il contenuto della borsetta. Già, quella: l'ho sempre definita  il mio "Triangolo delle Bermuda ". Per chissà quale misterioso motivo, tutto quanto ci metta dentro rimane come inghiottito, scompare, e ci vuole un impegno non indifferente per andare a ripescare ciò che di volta in volta mi possa occorrere. Ah, sì, per essere capiente è capiente, mi sembra  di essere un prestigiatore che estrae dal cilindro ogni sorta di oggetto. Bene, il cellulare c'è, ed anche il biglietto del treno. Un'ora... solo un'ora di tempo e devo attraversare praticamente mezza Milano ed arrivare per tempo alla stazione Centrale. Chiamo un taxi, do un’ultima occhiata alla mia casa, agli arredi, a ciò che per molti anni è stato testimone di ogni mia emozione. Provo una stretta al cuore che cerco di allontanare velocemente: non ha senso, sono felice, tra poco un treno mi porterà lontana da qui per sempre, verso altre emozioni, verso un'altra storia, un'altra vita.
Siedo impaziente, chiedendo al taxista di andare più veloce. Stranamente mi sovviene un lontano ricordo dei tempi della scuola, come una sorta di Lucia che salutava "i monti sorgenti dall'acque", mi soffermo a guardare tutto ciò che per anni non avevo in realtà mai visto davvero, osservato.Tutto  si snoda e corre via davanti ai miei occhi. C'è  molto vento, passanti frettolosi, solito traffico congestionato delle grandi città... Via, via, via ! Il tassista mi chiede qualcosa che in realtà non afferro con molta chiarezza, poi desiste ed il viaggio verso la stazione prosegue senza più nemmeno una parola. Mi si affacciano alla mente molti pensieri, una ridda di pensieri  incongruenti ai quali non so né voglio prestare molta attenzione.
Sono arrivata ormai, discendo dal taxi e, pagata la corsa mi avvio di buon passo verso la scalinata. Niente scala mobile! Ho le ali ai piedi... Corro, quasi, verso il binario da cui partirà il mio treno. Ecco, mancano  venti minuti... Mi accendo una sigaretta, mi guardo intorno provando la strana sensazione che mi osservino, ma sì, certo, lo vedono tutti che sono felice, devono vederlo, traspare da ogni mia fibra... Forse qualcuno mi invidia notando il mio entusiasmo, la mia gioia. Mi avvio verso la macchinetta obliteratrice e stavolta il "clak "che stamperà la data sul biglietto, diventa musica. Sono pervasa da un leggero tremito mentre salgo sul treno, vado a cercare la carrozza ed il posto prenotato, sistemo la mia borsa da viaggio e mi siedo. Finalmente un sospiro di sollievo, finalmente potrò rilassarmi, finalmente... Guardo le ore... Mancano sette minuti alla partenza del treno. D'un tratto mi assale una profonda tristezza, una struggente malinconia, ed ancora l' impressione seppure vaga  d'aver dimenticato qualcosa.Un ragazzo ed una ragazza si guardano teneramente, lei piange, lui la bacia... Sale sul treno. Mi  trasmettono una tenerezza indicibile! Lei, stringe in mano un fazzoletto di carta ed ogni tanto asciuga dal suo viso grossi lacrimoni che le rigano le guance... Lacrimoni neri che si portano dietro tracce di rimmel dagli occhi gonfi di pianto. Anche lui, d'un tratto, toglie un fazzoletto di carta dalla tasca del giubbotto, apre lo zaino e ne estrae un panino grosso e gonfio come un pallone da baseball ed incomincia a mangiare, mentre lei, continua a piangere ormai senza ritegno alcuno, rimandando l'idea che da un momento all'altro, resterà di lei solo una piccola pozza d' acqua sul marciapiede accanto al treno. Mi alzo improvvisamente e tiro giù di colpo la mia  borsa da viaggio... Mi precipito verso l' uscita e discendo dal treno. Appena in tempo! Mentre mi allontano dal binario, una voce metallica scandisce che dal binario numero 12 è  in partenza il treno per...
Ora so cosa avevo dimenticato! Torno sui miei passi, getto via il biglietto in un cestino e  incomincio a frugare dentro il mio "Triangolo delle Bermuda" alla ricerca del cellulare. Pronto... taxi?