L'aborto

Io e la mia ragazza, qualche mese fa, abbiamo abortito.
Cioè: la mia ragazza ha abortito. Io, invece, ho solo adempito ai compiti a cui un buon coniuge deve adempiere in questi casi. Ovvero: costringere la propria consorte ad abortire.
E nonostante tutti gli schifosi tappa‐vagine, salva‐feti, obiettori di coscienza che ci son in giro, nonostante il cima anti‐abortista che imperversa in Italia –  alla fine siamo riusciti a trovare un tipo che c'ha fatto abortire con serenità.
Quest'uomo si chiamava Ahmed, era siriano e al posto della mano sinistra aveva un uncino.
Per la modica cifra di 54 euro e 99 centesimi, Egli, il nostro salvatore, è riuscito, con una combinazione di nitroglicerina,  a far esplodere il feto dentro l’accogliente utero di mia moglie, rivendicando l'uccisione a nome di Al Quaeda e gridando: "Allah è al bar!"
Dopo qualche ora la mia compagna ha espulso il feto: una via di mezzo fra un Alien e un gamberetto.  
Ed è a quel punto che noi altri ci siam intristiti e la disperazione ci ha pervaso.
E fissavamo quel piccolo feto morto nell'asciugamano insozzato di sangue. E noi lo guardavamo e pensavamo alle rivendicazioni degli anti‐abortisti: forse questi ultimi avevano veramente ragione, forse noi eravamo solo degli assassini. Avevamo interrotto una vita umana, c'eravamo sostituiti a Dio per decidere cos'era giusto o sbagliato!... Quel bambino avrebbe potuto diventare qualcuno, avrebbe potuto avere una vita eccezionale... Noi invece, solo per egoismo, gli abbiamo tarpato le ali, abbiamo tolto a questa creatura il suo futuro... E ora quella piccola creatura era solo un feto, un piccolo feto morto, che non si sarebbe più potuto alzare, non avrebbe più potuto vivere la propria vita…
Non avrebbe più potuto amare, sognare, cantare e ballare!
Fu proprio a quel punto che il feto morto accasciato sul pavimento di colpo si svegliò, saltò in piedi… e cominciò a ballare scatenato, cantando a squarciagola la celeberrima canzone nazional‐popolare
‘Con 24 000 baci’!
Egli era bravo, ma non era quello che stavamo cercando.
Così pigiai il bottone rosso e gli dissi: "Per me è no!"
Il feto morto sorrise e ci disse, continuando a ballare e a cantare:
"I'm the dancing feto morto, dancing feto morto!...”
“Sono il Feto Morto Ballerino!... E prima o poi ce la farò a farcela, e avrò successo nel mondo dello show business!"” – spremendo i suoi piccoli occhi deformati.
"Ti facciamo i nostri migliori auguri, piccolo feto morto!" ‐ disse mia moglie.
Tre giorni dopo il feto morto ballerino venne avvistato all'aeroporto di Malpensa: stava prendendo un aereo per l'Ucraina.
Pare che egli si sia definitivamente trasferito lì, che abbia avviato una attività imprenditoriale di successo e pare che al contempo sia diventato  una grande star dei teatri, dei circhi e dei burlesque di Kiev.
Ora lavora per la tv di Stato ucraina in coppia con un bambino deformato di Chernobyl, facendo ridere sia i grandi che i piccini.
Inoltre, il nostro piccolo Feto Morto Ballerino ha aperto una catena di ristoranti e ha lanciato la moda degli spaghetti con i feti morti (piatto incredibilmente simile agli spaghetti con i frutti di mare).
Una innovazione assoluta nel campo del riciclaggio e della ristorazione.
Che vi consigliamo di consultare sul sito www.fetimortiallapescatora.com.
Così il feto morto ballerino fra le sue performances e il ristorante di feti morti è riuscito a fare carriera e a dare un senso alla propria vita
E gli anti‐abortisti hanno avuto ancora una volta torto.
Poiché hanno avuto la dimostrazione che anche il feto morto in realtà è vita, anche il feto morto può avere un proprio sviluppo artistico e professionale e continuare per la sua strada dopo l’espulsione.
Soprattutto se è un feto morto di talento: 
Magari un feto morto ballerino!