L'alter ego

Cosa più gratificante è per noi tutti riuscire a trovare un’altra persona uguale o a noi simile per personalità, forma mentis, gusti insomma un alter ego. Molte coppie col tempo ‘scoppiano’ perché le incomprensioni ed i piccoli diverbi quotidiani pian piano erodono quella atmosfera ovattata chiamata amore che si era creata appena conosciuti. Leonardo e Alessia erano stati fortunati, si erano incontrati al ‘Galletti’ locale da ballo di Domodossola, lui finanziere, lei tuttofare impiegata specialmente nella vicina Svizzera dove era più facile trovare lavoro. Leonardo aveva invitato Alessia a danzare con un semplice inchino, alla fine del primo ballo: “Spero che tu non sia muto, mi dispiacerebbe non poter colloquiare con te.” “Apprezzo quel verbo anche se un po’ snob, vorrei esternare i miei pensieri e quello che ho provato vedendoti…” “Non amo molto i complimenti che nella maggior parte delle volte sono fasulli ma guardandoti in viso li ritengo sinceri.” “Bene, ora che ci siamo presentati...a proposito io sono Leonardo Martini romano di nascita e di mentalità.” “Mi hai ricordato il detto romano ‘Civis romanus sum’ appreso al Liceo. Sono Alessia Lucio del Priore…non fai commenti sul mio cognome?” “Lo faccio e dico cose concrete: non si ha alcuna colpa di qualcosa di cui non siamo responsabili e poi pensandoci bene non è male avere un cognome fuori del comune.” Alessia abbracciò Leo, era un segno tangibile di apprezzamento della sua personalità, il suo sapersi esprimere su ciò che si ritiene importante senza ricorrere a luoghi comuni, la libertà di essere se stessi, di mostrare empatia. Alessia si staccò un attimo da Leo per guardarlo in viso per poi baciarlo in bocca. “Guarda che il mio ‘ciccio’ …” “Non cercare di fare il duro, d’istinto penso d’aver finalmente trovato l’uomo della mia via.” “L’uomo della tua vita se ne deve andare in caserma, imbarcarsi su un treno e attraverso il ‘Sempione’ raggiungere Briga e poi …ho il desiderio di rivederti e stare insieme più a lungo, se lo desideri potrei venire a casa tua, che ne diresti di darmi l’indirizzo.“ “Andiamo al fidanzamento ufficiale? Ti presenterò mia madre, abito in via Piave 61” “Verrò dopodomani mattina, by baby.” Leonardo si presentò puntualmente a casa di Alessia dopo due giorni, alla vista della madre di Alessia:”Se avessi saputo della beltade della mia futura suocera…” “Sono Greta Leopoli, grazie del complimento che ricambio col dire: finalmente mia figlia mi ha presentato un giovane per bene, gli altri…” “Adesso sono io che… se avete finito di complimentarvi…” Un attimo di silenzio poi un abbraccio di empatia fra i tre, si era creata un’affettuosità condivisa. Leonardo ormai passava tutto il suo tempo libero a casa delle due donne, entrava liberamente, era venuto in possesso delle chiavi dell’appartamento. Lontana la figlia per motivi di lavoro Greta mise al corrente Leonardo di una disavventura di Alessia: “Aveva conosciuto un funzionario di Dogana, rimasti soli avevano preso a bere ubriacandosi, il cotale si dimostrò sessualmente violento, la penetrò violentemente sia davanti che dietro procurandole delle lesioni. Quando rientrai in casa, appreso lo spiacevole avvenimento il giorno dopo mi recai dal capo degli ispettori doganali, gli feci presente il fatto. Il colpevole dopo poco tempo fu trasferito ad altra sede, fra l’altro aveva taciuto il fatto di essere sposato.” Dopo due mesi di lontananza Alessia rientrò a Domo (come veniva chiamata la città dai suoi abitanti), abbracciò madre e fidanzato e dopo cena passò la notte con l’amante. Dopo un piacevole rapporto sessuale ritenne opportuno confidargli un avvenimento della sua vita all’ospedale di Losanna dove aveva svolto il servizio di infermiera. Il lavoro era pesante, Alessia aveva preso a flirtare con un funzionario del nosocomio tale Aginald Vatano di cui divenne l’amante e così ebbe l’incarico di capo sala con la conseguenza di dover sempre accettare di avere con lui rapporti sessuali di ogni tipo, escluso il popò che aveva riservato all’amore suo. Aginald si innamorò di Alessia, voleva fare l’amore ogni giorno, arrivò al punto di affermare che stava lasciando moglie e figli per mettersi con lei, quello era stato il motivo di rientro a casa di Alessia. La sincerità della fidanzata non turbò Leo che anzi l’apprezzò. A sua volta le volle raccontarle un episodio della sua vita, fatto accaduto in un distaccamento delle Fiamme Gialle a mille metri di altezza. Il sabato sera era dedicato alle gioie del sesso, la maggior parte dei finanzieri a caccia di baitane, unici che non partecipavano al ‘rito’ erano Leo e Piero il vicebrigadiere comandante del reparto che: “A te non piacciono le donne?” “Si ma queste ‘crucche’ puzzano per la poca igiene.” “Io sono profumato che ne dici di…” Nel frattempo il comandante aveva slacciato la pattuella dei pantaloni del dipendente, glielo aveva preso in mano e poi in bocca, Leo per la prima volta in vita sua stava provando le ‘gioie’ del sesso omo. Si ritrovò in mano il ‘ciccio’ duro di Piero, prese a masturbarlo, conseguenza una confusione mentale. Durante i quattro successivi sabati del mese di soggiorno nel distaccamento Leo si trovò spesso il ‘ciccio’ del suo comandante in mano per poi avere un rapporto anale con lo stesso ma si rifiutò di farselo infilare nel popò. Leo ed Alessia avevano trovato l’alter ego, ne erano felici, a nessuno dei due in passato era capitato di provare una sensazione del genere. Leonardo ormai aveva scelto l’abitazione di via Piave luogo dove trascorrere la libera uscita, fra l’altro Greta si era dimostrata brava in culinaria, niente più cibo standardizzato della mensa della brigata. La lontananza di Alessia aveva portato Leo e Greta a trovarsi sempre più vicini con la conseguenza che un giorno la suocera abbracciò e baciò in bocca il genero, non finì lì, i due presero ad amoreggiare ogni volta che si incontravano col pianto finale di Greta che ogni volta prometteva a se stessa di non ‘cascarci’ più, promessa da marinaio. Al rientro a Domodossola Alessia ‘annusò’ la situazione anomala di sua madre che in presenza del finanzierespesso si allontanava dalla abitazione per recarsi a casa della sorella passandovi anche la notte. La ragazza non chiese spiegazioni, un giorno Alessia abbracciò i due e: “Vi voglio molto bene.”Era una dichiarazione di consenso al loro legame a tre. Purtroppo non ci fu un lieto fine nella relazione fra Leonardo ed Alessia. Il finanziere preferì fare gli esami per il concorso alla Scuola Sottufficiali del Lido di Ostia, fu ammesso. Dopo qualche mese di contatti epistolari i due li interruppero, il detto che la lontananza non favorisce i legami sentimentali si mostrò veritiero.