La favola del bambino coi capelli di ramo

C’era una volta un bel bambino dai capelli biondi e morbidi. Un giorno d’estate al suo papà sembrarono un po’ troppo lunghi e lo portò dal barbiere per un taglio a zero, col rasoio elettrico. “Così” gli disse “non ti daranno fastidio con questo caldo”. Il barbiere obbedì e quel bambino, uscendo dal negozio, lasciò per terra un mucchietto di capelli biondi e si ritrovò una testa liscia come una mela. Passarono alcuni giorni e i capelli ripresero a crescere. Ogni mattina si accarezzava la testa liscia finché un giorno qualcosa lo insospettì: quei capelli appena nati che sentiva sulla sua testa erano più duri e robusti di quelli che aveva una volta. Ma non disse niente a nessuno. Una settimana dopo non ebbe più dubbi: i suoi nuovi capelli erano più grossi di quelli di tutti i bambini che conosceva. Ed erano anche molto duri. Allora corse dal suo papà un po’ spaventato e gli mostrò la testa. “Che c’è di strano?” gli chiese il papà. “I miei capelli, toccali, sono corti ma non si piegano, si sono come irrobustiti!” gli rispose il bambino. “Perbacco, sono solidi e marroni come il legno! Ma cosa è successo? Andiamo subito a parlare col barbiere”. E così fecero. Il barbiere accarezzò quella testa e poi la guardò attentamente con una lente d’ingrandimento. “In effetti non sono capelli” sentenziò “sono rami, piccoli rami di un albero che non c’è”. “Ma come è possibile? Erano biondi e dritti, li abbiamo tagliati come sempre all’inizio dell’estate. Come è potuto succedere?” chiese il padre un po’ arrabbiato. Il barbiere, guardò le sue boccette piene di lozioni ed esclamò: “Accidenti! Ora ho capito tutto! Invece di usare il solito shampoo per bambini gli ho versato sulla testa, per errore, il fertilizzante per la mia piantina! I due flaconi sono quasi uguali…”. “Ed ora cosa facciamo?” chiese il padre. “Non lo so” rispose il barbiere “so solo che non posso aiutarvi perché non so potare gli alberi”. Mentre tornavano a casa seri e preoccupati iI papà cercò di rincuorare il suo bambino: “Stai tranquillo, troveremo una soluzione, andremo dai contadini e dai proprietari dei vivai, loro sanno come fare e ti faranno riavere i tuoi capelli biondi e sottili”. Ma un mese più tardi i rami erano cresciuti ancora, lunghi e solidi, ed erano comparse alcune gemme di fiori. Tutta la gente si avvicinava per vedere quei capelli così strani, quel piccolo albero cresciuto sulla testa di quel bambino. “Forse è un pesco…” diceva qualcuno. “Forse è un ciliegio…” ribatteva qualcuno altro. Il bambino dai capelli di ramo non aveva più il coraggio di uscire di casa anche perché, se pioveva, le gocce d’acqua gli innaffiavano la testa e i rami si mettevano a crescere a una velocità supersonica. Ogni mattina, quando si alzava dal letto trovava sul cuscino foglie e petali e se provava a vestirsi, le magliette restavano impigliate nella pianta. Si guardava allo specchio e piangeva in silenzio. La sua mamma propose di lasciarli crescere un po’ per poi annodarli mentre il papà avrebbe voluto tagliarli a zero, come sempre. Molte farfalle e qualche ape ormai erano di casa nella sua cameretta. Una sera entrò anche un uccellino che andò a posarsi sulla sua testa di rami e gli strappò un sorriso. Ormai, passava quasi tutto il suo tempo da solo, nei boschi, dove si sentiva meno a disagio. “Stai tranquillo, troveremo una soluzione” cercava di consolarlo la sua mamma “quando arriverà l’inverno il gelo farà cadere quei rami e forse ricresceranno i tuoi bei capelli biondi”. L’estate era agli sgoccioli e un bel giorno di sole, mentre stava passeggiando in aperta campagna, incontrò un anziano contadino che si fermò incuriosito davanti a quella stranezza: “Ehi tu, piccolino, ma perché non ti liberi di quell’alberello che tieni sulla testa? Non sarebbe meglio che tu avessi dei normali capelli, folti e lucenti?” “Magari!” rispose il bambino “ma nessuno sa come fare. E’ successo tutto per un errore del mio barbiere. Mi ha versato sulla testa un nutrimento per le piante…”. “Beh” rispose il vecchio “taglieremo i rami alla radice con la mia piccola sega elettrica e poi ti verserò sulla testa una lozione che non li farà mai più crescere, la conoscono tutti i contadini, è semplice acqua col sale, tanto sale”. “Facciamolo subito” chiese il bambino “voglio tornare quello di prima”. Il frastuono di quell’attrezzo a motore si sentì in tutta la valle per almeno mezz’ora ma alla fine quella testa tornò liscia come una mela. Poi, arrivò il momento dell’acqua e sale che servì per un lungo massaggio. Una goccia finì sulle labbra del bambino che l’assaggiò. “Ma è salatissima!” esclamò il bambino. “Mille volte quanto è salata un lacrima” gli rispose il vecchio contadino. Ma ormai, la cura era terminata, e potè tornare alla sua cameretta senza l’ombra di un ramo sulla testa. La cura funzionò e la sua vecchia chioma ritornò a brillare, gialla come una pannocchia. Passò l’autunno, l’inverno e la primavera e, alla fine, ritornò l’estate. Quel bambino arrivò in vacanza con i suoi bei capelli biondi. Appena sceso dall’automobile, qualcosa si posò sulla sua testa e lui restò immobile per lo spavento perché gli sembrò di essere tornato indietro, a quel periodo così triste. Ma questa volta, a sbagliare, era una farfalla che si era tuffata su tutto quel giallo, come se fosse una grande cuore di margherita. Ma bastò scuotere leggermente la testa e l’estate felice potè cominciare