La festa della donna a Mirabilia

Il giorno delle mimose, la notte delle verità!

A Mirabilia, la festa della donna si sente nell’aria già verso gli ultimi giorni di febbraio.
La spasmodica smania dei preparativi si impossessa del mondo femminile, riuscendo a monopolizzarne l’attenzione. La scelta dell’abito da indossare, del parrucchiere di grido e del trucco più vistoso per ottenere risultati apprezzabili davanti allo specchio assumono l’assoluta priorità nella vita di ogni donna.
Si demandano tutte le responsabilità ai rispettivi mariti, mentre ci si preoccupa di prenotare un tavolo nel miglior ristorante della città o in quello “fuori porta”.
Tra queste prenotazioni si aggira furtiva la leggenda metropolitana sullo sconvolgente streep‐tease eseguito da un sosia di Rocco Siffredi. Aleggia il mistero anche nei vari locali. I gestori non assicurano nulla e  fanno intendere che l’artista si esibirà a fine serata proprio da loro. La presenza del fusto rimane in dubbio per tutto il periodo che precede l’8 marzo. Il segreto svelato a metà serpeggia negli uffici e nei salotti della cittadina, indossando ora la maschera della trasgressione, ora quella dell’immaginario.
Giunge il giorno delle innumerevoli manifestazioni sull’emancipazione femminile. Discorsi di solidarietà, figli della politica, trovano la dovuta amplificazione sulle pagine dei quotidiani, mentre le radio locali porgono auguri colmi di banalità a tutte le mirabiliane. I fiorai fanno capolino fra cespugli di mimose, richiamando i maschietti al loro dovere: acquistarle! Mirabilia si colora di “giallo”, lasciando che le sue strade, le piazze ed i vicoli divengano ricettacolo dei più smodati pettegolezzi; pettegolezzi che indossano le vesti dell’innocenza, ingentiliti dall’impercettibile fragranza delle mimose. La giornata continua all’insegna della retorica, fin quando nel cielo non si notano i sanguigni bagliori del tramonto. Mirabilia inizia a subire un graduale cambiamento: donne sottomesse da sempre ai propri compagni, vestite di tutto punto, si ritrovano nei locali cittadini per brindare all’autonomia, a se stesse, evitando di pensare all’indomani. Ambienti più ricercati ospitano le così dette “zitelle” che tentano di esorcizzare l’assenza di un maschio, intavolando discorsi carichi di falso risentimento verso tutti gli uomini, mentre sperano vanamente che sia annunciato il leggendario streep‐tease, atteso da tante e voluto da qualcuna.
A tarda notte, la luna inizia ad illuminare le sagome di chi fa ritorno a casa, mimosa avvizzita in mano e tanta confusione in testa. L’alba del 9 marzo si avvicina, pronta a salutare le numerose donne che hanno vissuto il giorno precedente con misura e dignità.