La finestra del cuore

Lì, nella stanza che odorava d’infanzia e ricordi, c’era una vecchia finestra dal legno consumato e dal vetro un po’ appannato. Non aveva alcunché di speciale, almeno all’apparenza, ma per lui — per il bambino che vi si sedeva davanti ogni sera — era molto più di un semplice quadrato sul muro: era un varco silenzioso e di inestimabile valore sul mondo.
Fu, infatti, attraverso quella finestra che imparò a riconoscere le stagioni dai colori che mutavano sulle foglie degli alberi; le mattine d’inverno che portavano con sé una luce pallida, quasi timida e quelle d’estate che sembravano esplodere in un abbraccio dorato. Ogni giorno, quella cornice raccontava una storia diversa.
Col tempo, divenuto uomo, quella magica apertura rimase lì, a custodire sguardi, sospiri, attese. A volte si fermava a osservarla non per guardare fuori, ma per ritrovare qualcosa dentro. Era come se quel vetro riflettesse le emozioni, i sogni e le tante domande rimaste sospese. Era la finestra del cuore: aperta sulla realtà e su tutte le possibilità del suo avvenire, ma anche sugli spazi intimi della memoria e del desiderio.
E quando, ormai adulto, decise di cambiare casa, la finestra non lo seguì... rimase al suo posto, come a custodire una parte di lui. E in ogni casa che venne dopo, cercò sempre un angolo con la stessa luce, con lo stesso respiro perché sapeva che la vera finestra non era nel legno o nel vetro: era in lui. E aprirla, ogni giorno, significava scegliersi, accettarsi e osservare la sua stessa vita con occhi nuovi con uno sguardo finalmente limpido e felice di poter volare in alto.
Con quella consapevolezza nuova, ogni spazio abitato diventava rifugio, ogni mattino una possibilità, ogni gesto un piccolo ritorno a sé. Non importava più il panorama esterno, quanto la capacità di guardarlo senza i filtri opachi che un tempo appesantivano il suo cuore.
Quella finestra del cuore non aveva cornici né vetri: era fatta di memoria, di perdono e di voglia di capire. Bastava socchiuderla con dolcezza per lasciar entrare la luce giusta — quella che non abbaglia, ma che ti sa leggere l’anima.

Postfazione
Ci sono finestre che si affacciano sul mondo e altre, più rare, che si spalancano sull’anima.
Quella narrata in queste righe non è fatta di legno né di vetro, ma di coraggio, consapevolezza e ritorno: una finestra aperta ogni giorno non per guardare fuori, ma per incontrarsi dentro, scegliersi, accettarsi, e lasciare entrare la luce giusta. In fondo, la vera casa siamo noi e viverla con occhi limpidi è la più grande forma di libertà.

Giovanni Mascellaro