Lettera d'amore

Nascemmo noi, uno poco più in là dell'altro. Giusto il tempo di imparare a fare la pipì nel vasino, tu, e sono arrivata io a controllare, avvinghiata a mammina, che centrassi quel coso di plastica azzurro, anziché il pavimento del bagno. Ecco, ci siamo conosciuti così io e te, anche se a dire il vero ti spiavo quando ti abbuffavi attaccato a quel coso, quel tubo, come lo chiamano, ah sì, cordone ombelicale. Ero un puntino e ti guardavo curiosa, volevo capire, imparare... Caro mio, ero già pronta a rimpiazzare il tuo vuoto nella calda piscina sai? E così mentre tu posizioni il tuo pisellino e ti eserciti a non sbagliare mira, io mi cullo nell'acqua tiepida con l'idromassaggio. Oh oh! qualcuno ha tolto il tappo e mi sento roteare. Mi gira la testa, ho la nausea... Oddio, mi risucchia il budello, non c'è nemmeno luce qui. Che fracasso lì attorno, sento voci che cercano di superarsi, di sovrastarsi e tutte sono agitate, ma perché poi si agitano tanto, sono io che avrei di che agitarmi. Altroché! Ho la testa troppo grossa, lo sapevo io che non dovevo lasciar crescere i capelli, lo immaginavo che i riccioli avrebbero creato qualche complicazione. Ma ce l'ho fatta, sì posso ritenermi soddisfatta. Ho imparato davvero bene guardando quello che facevi tu, ho seguito la tua traccia e pure io sono riuscita a... a venire alla luce, si dice così quando fai tutta quella fatica per passare in quell'altro tubo che, mamma mia quanto è stretto mi sento ancora soffocare! Capisco tutte le smorfie che hai fatto, avevi proprio ragione caro mio, un gran bel da fare per venire a guardarti mentre fai la pipi in quel coso di plastica azzurro. E va bene dai, è valsa la pena fare tutto questo per venire a conoscerti. E quanto mi faceva ridere vederti con quella faccia così sconvolta quando mi hai vista la prima volta, quasi quasi rinascerei solo per il gusto di guardare i tuoi occhi spalancati e la O sulla tua bocca che sembrava voler prendere tutto lo spazio del viso. Sì sì, lo rifarei. E così da quel momento che la mia testa riccioluta è spuntata nella tua vita, mi hai insegnato come si fa la pipi nel vasino prendendo la mira senza schizzare attorno. Però sai, mi è stato un po' difficile imparare nella mia condizione di femminuccia, ma devi dire che nonostante tutto ce l'ho fatta... E a giocare a pallone e ad arrampicarmi su ogni cosa verticale, e a fare il tuffo a pesce morto in mare, poi...! che risate, e che sgridate...

Mi hai insegnato che i ragazzi vanno tenuti a bada, e mi ricordo perfettamente quella volta che sei arrivato a "occhio gelido" a ghiacciare il tuo amico che mi stringeva un po' troppo in quella trappoletta del "ballo del mattone"... hai fatto bene sai? mi hai aiutata a restare bambina sorridente per ancora un po'... Fratello mio, fratello quasi gemello, una vita insieme da quel giorno che venni, curiosa di te, in questo mondo. Quante scene impresse sulla retina di me e di te, quante avventure e bizzarrie e gioie e dispiaceri e dolori, quanti momenti di noi. E ti guardo con gli occhi del cuore mentre con l'anima accarezzo ogni tuo pensiero e sorrido quando mi dici "va tutto bene, è tutto a posto" col movimento delle labbra nella ricerca di quella voce che non hai più. Ti sorrido mentre stai dicendo la bugia, mentre il tuo corpo urla contro Dio e contro il cancro che più non vuol lasciarti. Sorrido, tristemente sorrido e ti stringo a questo mio cuoricino...

Tua principessa