Meteore indimenticabili

Ci sono persone che passano nella nostra vita come meteore, ma lasciano una scia incancellabile di ricordi.
Ad una di loro voglio dedicare queste righe, con tutto l'amore di cui sono capace.
Parlo di una donna, una donna che fisicamente non ricordo praticamente per niente, ma che ha segnato profondamente la mia vita: mia nonna paterna.
Come dicevo ricordo poco di lei: ricordo le smorfie di dolore, dovute al trigemino che le stravolgevano il volto, per altro bellissimo.
Si era bella, di una bellezza d'altri tempi, estremamente elegante, magra, alta!!
Ricordo due occhi perennemente velati, a volte malinconici, a causa della malattia si, ma anche e soprattutto per le troppe sofferenze sopportate, ma li ricordo anche incredibilmente vivi.
Un sorriso appena accennato, ma che scaldava il cuore!!
Di lei, soprattutto, ricordo l'amore.
Ho dato a mia figlia il suo nome, perché volevo che ne ereditasse il coraggio, l'integrità, l'onestà.
Sto parlando di una donna che ha perso due bambine in tenerissima età e la terza a 12 anni a causa di un'appendicite divenuta peritonite, ma che ne è venuta fuori, pur con il cuore segnato per sempre.
La stessa donna che ha messo la sua vita nelle mani di una sentinella, all'Ambasciata Tedesca, quando scuotendola ed urlandogli contro domandava di poter parlare con i responsabili per avere notizie del figlio maggiore.
Urlava nonna e quel ragazzo, che aveva capito la situazione, ha provato a calmarla..... "mamma, ti prego, stai buona, vai a casa..... mamma vai a casa!!!" le ripeteva in un italiano stentato, ma comprensibile.
Una donna che dopo la strage delle Fosse Ardeatine ha preso per mano il figlio minore, mio padre, ed insieme a lui è andata a cercare l'altro figlio, tra i cadaveri. Si, perché zio era stato arrestato, era a Via Tasso, esattamente nel braccio da cui furono poi prelevati e portati alle Fosse Ardeatine gli altri. Nessuno si era preoccupato di informarla che il figlio era stato deportato in Germania solo poche ore prima.
Quell'episodio, mi raccontava mio zio, ha cambiato mio padre, lo ha reso diverso per sempre, gli ha tolto la voglia di ridere.
Quella donna, quando nacqui, era capace di togliere la mia magliettina dalle mani di mia madre, mentre mi faceva il bagnetto, di mettersela sul seno solo per scaldarla..... "non facciamo prendere freddo a questa bambolina" erano le sue parole alla richiesta di spiegazioni di mia madre.
Dicono che, fisicamente, la ricordo, ma guardando una sua vecchia foto, al matrimonio dei miei genitori, vedo un'unica somiglianza tra me e lei: gli occhi, quelli si, in quelli mi ritrovo.
Non mi dispiacerebbe somigliarle, non per la bellezza, non mi interessa, ma per l'eleganza, per il fascino che emanava... per la sua bontà e la sua generosità.
Vorrei avere il suo coraggio e la sua forza!
E' mancata che io avevo dieci anni ed inevitabilmente molte delle cose che ho scritto mi sono state raccontate, ma il suo amore l'ho toccato con mano, nonostante stesse male... nonostante non fosse più lei a causa della malattia che la stava distruggendo...
Chiudo con un mio ricordo, questo non mi è stato raccontato, questo lo ricordo io.
L'ultimo periodo stava sempre peggio, dimenticava tutto, mettendo in pericolo anche me e mia sorella che le stavamo sempre vicine. Una notte l'ho sentita piangere... e quando papà le chiese che cosa fosse successo lei ha risposto: "Gino, voglio morire, non posso più vivere in questa maniera... lo capisci, potrei far del male alle mie nipotine ed io non potrei mai perdonarmelo..."
Ce le ho impresse con il fuoco nella mente quelle parole... non le dimenticherò mai... non ti dimenticherò mai nonna!