Mi scappa da scrivere

Spesso succede che mi scappi da scrivere, un impellente bisogno di versare contenuti mentali su un foglio di carta. Si tratta di un vero e proprio bisogno fisico che all'improvviso mi coglie nel bel mezzo delle mie indaffarate giornate (sì, anche sonnecchiare rimane comunque un'azione). E' più o meno la stessa cosa che essere colti dal bisogno di fare pipì durante una passeggiata in una trafficata via del centro. Inizia con il dilemma principale:cosa scrivo? (dove la faccio?). Si vaga inutilmente alla ricerca di un'idea (o di un bar), ma non la si trova (oh, cavolo! Quando lo cerchi un bar, non lo trovi mai!). E così ci si arrovella davanti ad un foglio bianco (correndo su e giù per lo stesso marciapiede), senza risultati (un'insegna! Un'insegna! Dov'è un'insegna?), magari scrivendo due righe inutili...(due gocce? Oh, mio Dio! Due gocce! Dov'è il bar?).
Insomma, quando scappa da scrivere, scappa da scrivere. Quindi mi sono detto: perché soffrire cosi? Perché non attrezzarsi per cercare di eliminare il problema sul nascere? Innanzitutto, mi sono detto, ci vuole un po’ di fantasia la quale è come l'acqua per uno scrittore, senza di essa egli non potrebbe scrivere (né orinare). Poi...un gioco, un vocabolario. Decido di aprire in modo del tutto casuale e per dieci volte il vocabolario e di indicare in modo altrettanto casuale (con gli occhi chiusi) dieci vocaboli cercando poi di unirli in una costruzione di prosa plausibile. Tutto ciò per raggiungere diversi risultati contemporaneamente:
1‐Divertirmi.
2‐Non perdere tempo a pensare (e a cercare il bar).
3‐Allenare la mente.
4‐Imparare vocaboli nuovi.
5‐Non è sicuro ma probabile che possa nascere lo 'scheletro' sul quale costruire un breve racconto.
Stabilito ciò mi sono dato una sola regola: mai scartare un vocabolo. Se esso risultasse astruso e all'apparenza impossibile da collegare agli altri, cercare sempre e comunque di trovare un collegamento. Quindi, entusiasta del mio nuovo sistema per non farmela più addosso, ho provato per la prima volta. Considerato che non mi sono soffermato molto nel tentativo di legare i vocaboli, c'è un margine di miglioramento discreto al seguente risultato:
VOCABOLI ESTRATTI:
1)FINE: s.f. e m.1. Il punto ultimo come cessazione definitiva etc… etc…
Ma se devo ancora iniziare? Come inizio non è male...avrei già trovato la parola da porre in fondo al mio racconto...oppure trattasi di un presagio negativo? La fine del mio esperimento? Il diavoletto che con la vocina suadente mi dice " dai...lascia perdere..." (oppure "pssssst" per chi orinava)...cerco idee per iniziare un racconto e mi salta fuori la parola 'fine', una presa in giro così totale non può che essere che di buon auspicio, quindi la prendo tutto sommato bene. Fra i molteplici significati della parola fine scelgo quello del fine inteso come 'scopo'. Immagino quindi un personaggio malvagio, una sorta di stregone malefico tutto incappucciato e di nero vestito che fra magie e diavolerie assortite insegue uno scopo, un fine, ancora più cattivo e più tremendo della sua stessa indole.Si, ci può stare, per ora...
2)LINOLEICO: agg.Acido organico alifatico monocarbossolico:liquido giallo oleoso, insolubile in acqua, contenuto in alcuni oli di semi (olio di soia...)
Olio di soia...mah! Ingrediente di pozioni più che di insalate? Oppure il malvagio in questione potrebbe divertirsi ad avvelenare l'olio di soia venduto nei supermercati per inseguire il suo terribile scopo. Quindi non ho più uno stregone fantasy ma un vero e proprio criminale moderno, uno svitato che crea il panico in città. Continuo...
3)RIPORTARE: v.tr.1. Portare indietro, alla sede abituale di provenienza. 2.fig. Riportare un successo.
Lo scopo del criminale è riportare il mondo alla preistoria...o alla ragione...e qui ci si può sbizzarrire. Potrei immaginare un dipendente di un'industria di olio di soia, vessato per trent'anni e prossimo al pensionamento, che per tutto questo tempo non ha fatto altro che pensare al suo fine, alla sua missione purificatrice e così, uscito di senno, durante il turno di lavoro avvelena migliaia di bottiglie d'olio di soia. Ce l'ha con il capitalismo, e visto che la soia proviene dalla Cina e la Cina l'ha tradito aprendosi al libero mercato, egli con ciò ha subito la mazzata finale al suo già fragile cervello il quale si reggeva appunto, su dei piccoli semi di soia corporativisti.
Ricamando un po’ sul personaggio e sulle sue strane abitudini ed idee politiche, potrebbero già venire fuori un bel paio di ameni paragrafi.
4)STERMINARE: v.tr. Uccidere,distruggere fino all'ultimo individuo, annientare.
Quando si dice la fortuna...Questo bel vocabolo lo vado ad aggiungere alla già fitta lista dei desideri del mio operaio maniaco il quale sentitamente ringrazia.
5)EPIDIDIMO: s.m. Formazione anatomica a forma di cappuccio allungato situata sul margine posteriore e superiore del testicolo.
Nooo. Dove li metto dei testicoli adesso? Per giunta il loro rivestimento! Devo rifare tutta la mia trama? Ambientarla in un ospedale o in un postribolo? Hai visto a parlare troppo di pipì? Non saprei proprio dove metterli, dei testicoli.
Possibile che il veleno prima della morte provochi un terribile ingrossamento dell'epididimo? Con tutte le divertenti conseguenze per i malcapitati? Almeno un paragrafo ne verrebbe fuori. Mi sembra però poco originale e siccome al momento non mi viene in mente niente di stuzzicante, decido di attendere nuovi vocaboli lasciando i testicoli 'in sospeso' (in senso figurato) per poi magari 'agganciarli' (sempre in senso figurato, ci mancherebbe) ai vocaboli successivi (qui si fa dell'umorismo anche senza averne alcuna intenzione...).
6)COLOMBAIA: s.f.1.Torretta , di solito sovrapposta a una costruzione rustica, originariamente destinata a ospitare un modesto allevamento di colombi. 2.scherz. L'ultimo piano di un caseggiato alto e modesto.
E qui me lo immagino il mio pazzoide di notte, anzi, per trent'anni ogni notte salire sul solaio e invece che condurre una vita ordinaria a base di Champions League, egli studia chimica molecolare. Trent'anni di chimica nella colombaia con la sola luce del computer e di una abat‐jour. Produce veleni con alambicchi ed ampolle, nella colombaia. Magari fa esperimenti su pipistrelli e piccioni. E via un altro paragrafo, ricamandoci.
7)LINKAGE: s.m.1. Termine usato in genetica per designare l'associazione dei geni localizzati nello stesso cromosoma.
Dopo lo shock causatomi da un vocabolo del genere, trovo improvvisamente la luce. Da un vocabolo impossibile trovo la chiave di volta della mia trama: il famoso ispettore X, avvalendosi del prezioso aiuto del dottor Y, vuole capire perchè le persone muoiono come mosche e avvia complicate analisi di mercato ed investigative sulle abitudini alimentari della cittadinanza etc etc… fino a scoprire che la causa di tutto è l'avvelenamento da olio di soia. In attesa di scoprire chi è il fanatico mettendo così a setaccio tutte le fabbriche della regione, urge un antidoto per cercare di salvare le persone che hanno già assunto l'olio incriminato. Il dottor Y, famoso genetista, attraverso il linkage di cellule di dna, scopre che l'unico antidoto a questo sofisticatissimo veleno (ci credo, trent’anni di chimica...) consiste nel prelevare da un individuo di sangue AB‐+ (rarissimo) il tessuto dell'epididimo (eccoli che li ho piazzati !). Da tale tessuto e dai suoi preziosissimi enzimi si ricaverà la sostanza che bloccherà lo sviluppo del veleno. Una sola controindicazione: il malcapitato donatore di epididimo, si priverà per sempre della sua virilità.
8)QUORUM: s.m. Il quoziente, in numeri o in percentuale, dei voti espressi o dei votanti, richiesto perchè una elezione o una delibera sia valida.
Dei politici ci starebbero bene nel racconto, e l'operaio mi lancia uno sguardo d'intesa. Preferisco però pensare alla situazione di urgenza che si è creata all'interno della task force investigativa. La gente muore per le strade e basterebbe il tessuto di un singolo donatore per salvare l'intera città. Ma chi, in tutto il dipartimento di polizia e di genetica (a quell'ora della notte) possiede il rarissimo gruppo sanguigno AB‐+? Solo una persona...l'ispettore X ('accidenti' pensa lui). Non ci si può privare della virilità della più grande mente investigativa della nazione così su due piedi, così viene deciso di mettere la sua disponibilità come donatore ai voti (lui, si era offerto ma non pareva molto convinto). Tutti i 124 dipendenti votano SI o No con un quorum del  51% affinché la votazione sia considerata valida..
Il risultato dopo lo scrutinio è di 123 voti favorevoli e di 1 contrario (il voto era segreto non è detto che sia lui...).
9)RABICO: agg. Relativo alla malattia della rabbia.
Senza pensare ulteriormente andrei ad aggiungerlo agli effetti del veleno del mio schizoide, tanto per arricchire la descrizione delle scene drammatiche sulle strade con gente colta da improvvisi raptus, con bava alla bocca, la quale si avventa sui polpacci altrui prima di schiattare senza vita con uno spasmo breve ed intenso (sono peggio del mio operaio). Oppure che sia lo stato d'animo dell'ispettore dopo lo scrutinio?
10)CONFONDIBILE: agg. Facilmente scambiabile.
L'antidoto funziona, la gente guarisce, le decisioni prese funzionano. Ma se ricordo bene furono momenti concitati, studi compiuti nella notte con la mente stanca dopo ore ed ore di continuo e frenetico lavoro. Il genetista Y, ora che la situazione si è calmata, ha modo di rivedere con più calma il lavoro svolto sull'antidoto e scopre una terribile verità...Il sangue AB‐+ non apparteneva all'ispettore X ('accidenti' penserebbe lui)! Ma allora...com'è possibile...e c'è di più! Quello dell'epididimo non è affatto il solo tessuto del corpo umano a produrre quei determinati enzimi ma tutta la superficie sottocutanea del corpo indistintamente!
Ed ora chi glielo va a dire all'ispettore X? Mentre lui contento di aver reso un servizio all'umanità stringe sempre più il cerchio sulla mia creatura malvagia, viene fissata un'altra elezione (con un altro quorum) per stabilire chi, fra i dipendenti del dipartimento, si recherà sulla colombaia a recapitargli l'infausta novella.
Conclusioni: ho una traccia da seguire ed il foglio bianco ora è pieno, ma il racconto lo scrivo un'altra volta. Adesso non mi scappa più.