Nina e Barabba

Dalle nostre parti si emigrava, c’era la fame e la malaria che ammazzava. La tavola è rimasta apparecchiata quando è arrivato quel telegramma. Con le valigie pronte da mesi bastò chiudere la porta e partire, salire sulla nave  e non pensare. “Nina, no sta piansare, che anca in cao al mondo mi vegno a sposarte” ma Barabba non aveva un soldo, era uno sbandato, povero e alcolizzato. A San Paolo la vita era dura e ogni treno che fischiava la famiglia sospirava. Nessuno sa come ma Barabba in Brasile ci arrivò. Lui e Nina si sposarono e in Italia ritornarono. Ma la Spagnola che non portava certo allegria si prese Nina e se la portò via. Caricata su una carriola per portarla alla fossa Barabba non fece la strada più corta. E ad ogni osteria: “Nina, ti spetame qua, che me bevo ‘naltra ombra”.