Non ora, ho da fare.
Un diavoletto di guardia al portale dell’Inferno mi venne incontro, con l’evidente intento di farmi varcare la soglia. Parlava rapido, con una furbizia melliflua, elencando vizi, virtù e presunti privilegi di quel luogo bruciante. Il caldo era soffocante, opprimente, come se la stessa aria volesse spingermi dentro.
La verità, però, è che non ero pronto. Avevo ancora troppe faccende in sospeso, troppa vita da sistemare. Così, afferrata la prima scusa che mi passò per la mente, mi voltai e mi allontanai di corsa, svanendo in un soffio, veloce come il vento.