Occhi Nel Buio

“Attenta! Non lasciarti ingannare dal triste paesaggio. Ridici su! Non sono che una massa di imbecilli che attendono queste feste per dar sfogo al loro ego! Non farti male”‐!
Non capii le parole di Mia ma la musica distolse la mia attenzione ed a malapena riuscii ad accorgermi che qualcuno mi stava fissando. Per un malore improvviso, fui costretta a dirigermi verso l’immenso terrazzo lungo tutta una facciata del palazzo che collegava la sala principale alle altre venti sale per gli ospiti presso le quali molti gruppi di persone si stavano dilettando con personali giochi erotici e sfrenate orge. L’aria fredda della notte non mi fu mai così piacevole come quella sera. Mi sentii libera e più tranquilla e mi adagiai accanto alla forte ringhiera ammirando la luna che non guardavo da tanto tempo. Dopo un po’, preoccupata per Mia, rientrai nella mischia fetida. Iniziai a insediarmi tra la gente che ballava e rideva; vagavo, toccavo, sentivo, non riuscivo a respirare né a carpire un minimo di dove fosse finita Mia. Ricevetti spintoni, schiamazzi in faccia, chi mi palpava, chi mi invitava a ballare tra un vomito e l’altro e, l’unica cosa che mi ripetevo, era quella di trovare Mia al più presto e scappare via da quel posto, il più lontano possibile. D’improvviso, scorsi una nera maschera dalle sfumature blu acceso con due occhi vitrei dai riflessi aurei incrociare il mio sguardo. Mi fermai e, per un istante, rabbrividii; mi voltai intorno per vedere se mai la vecchia Contessa fosse nei paraggi ma non la scorsi e il mio sguardo si riposò sulla figura nera di quell’uomo inutilmente. Sparito.
“E’ sparito? Dov’è”‐? Mi chiesi mentre lo cercavo con lo sguardo. Ripresi la mia ricerca ma non più di Mia ma di quell’uomo che aveva attirato la mia attenzione. Non lo trovavo da nessuna parte e finii per impazzire quando, ormai stanca del troppo girovagare, del bere e del calore, mi fermai d’improvviso e mi lasciai travolgere dalla massa senza più lottare. Dal nulla sbucò la sua mano che afferrò il mio braccio facendomi rinsavire. Aprii d’improvviso gli occhi e incrociai i suoi.
“Alzati”‐! Mi disse con aria severa.
“Chi sei… tu”‐? Gli chiesi sfinita.
“Chi sono io, non ha importanza. Alzati e va fuori”‐! Mi ordinò.
Non so perché ma di soppiatto mi alzai e raggiunsi la terrazza con le poche forze che mi rimanevano seguita dall’uomo indiscretamente.
“Chi siete”‐? Chiesi spaventata voltandomi verso di lui.
“Come vi sentite”‐? Chiese impassibile.
“Meglio, la ringrazio”‐! Dissi abbassando lo sguardo quando d’improvviso mi prese il braccio, mi girò il volto col mento e mi guardò negli occhi profondamente. Conoscevo quegli occhi; non li avevo mai dimenticati. Non proferì parola alcuna né si preoccupò del dolore che iniziai ad avvertire al braccio ed al mento. Senza che potessi dire o fare niente, mi baciò perdutamente, avvinghiandosi prepotentemente alla mia vita. Non m’infastidì il suo gesto e non osai chiedere nulla nemmeno quando mi portò nelle mie stanze come se sapesse dove pernottavo. Con violenza mi strappò i vestiti, si tolse i suoi, con passione mi sfilò la biancheria senza mai distogliere ne lo sguardo né la bocca dalla mia. Mi entrò dentro senza batter ciglio, senza chiedermi il permesso, senza togliersi la maschera magari in segno di rispetto e non osò togliersela per tutto il tempo. Mi toccava bramoso, mi stringeva a se, mi palpava come se fossi stata la prima e l’ultima; mi accarezzò il collo, i seni, mi baciava violento penetrando molte e molte volte. Non m’importava di nulla, anch’io con lui mi sentivo persa in quella bramosia dannata; cercavo il suo sesso come una forsennata, accarezzavo i suoi pettorali, lo baciavo sulla bocca e sulla maschera che non volevo si togliesse; i minuti che passavano inesorabili tra le dita delle mani e dei piedi, tra le lingue che si toccavano, incastravano e mordevano, mi avevo fatto capire chi era quell’uomo.
Piansi ed il mio corpo con me. Consumammo tutta la notte come due animali impauriti lontani dal ballo, lontano da quella vergognosa miscela, lontani dal mondo stesso.
Al mattino, al mio risveglio, fui sola, lui… non c’era più.