Polver

O. Oh no, bloccato in stazione.
E con la mia faccia, per di più.
Arriva la Polfer, di sicuro.
Infatti.
«Documenti prego».
Ecco a lei la carta d'identità.
«Che ci fa qui? signor... ».
Come che ci faccio qui?
«Non faccia il furbo».
Se fossi furbo le avrei detto aspetto la morosa.
«Ce l'ha il biglietto?».
Perché si può viaggiare pure senza?
«No non si può viaggiare senza».
Allora quando vorrò viaggiare ne farò prima uno.
Grazie della precisazione.
«Le chiedo ancora signor... che ci fa in stazione?».
Ripeto potrei accontentarla con una scusa qualsiasi.
«Cosa aspetta?».
Direi niente e nessuno che possa interessarvi.
Lei può fermarmi e verificare la mia identità ma.
Ma non ha alcun diritto di chiedere quali sono le ragioni della mia semplice, pudica ed inoffensiva presenza in un luogo pubblico.
Ed io non ho dovere alcuno di esplicargliele.
E nemmeno un lontano barlume d'intenzione personale di farlo, in verità.
«Ci segua in ufficio!».
Wow!
C'è in premio un caffè?
«Svuoti le tasche».
Non ho nulla.
A meno che non salti fuori le ho piene di codeste situazioni.
«Allora.
Che ci fa in stazione?».
Cavolo avete in gola il nastro con questa domanda?
Non capisco.
È vietato?
Non stavo nell'area dei binari, né disturbavo anima viva.
A parte i vostri occhi.
Vi sono antipatico?
O non vi piace proprio il mio nuovo gessato grigio?
«Noi dobbiamo controllare».
Appunto avete verificato.
Non ho precedenti e manco sono nella lista dei ricercati.
«Si spogli!».
Mai davanti a voi.
«Ha qualcosa da nascondere?».
No.
Semplicemente io non mi denudo di fronte a degli eterosessuali.
Sono gay e pretendo dei controllori tali a me.
O spogliate anche le donne voi maschioni in divisa?
«No per loro c'è il personale femminile».
E non c'è quello omosessuale?
«No non c'è.
Si spogli».
Manco morto.
Se volete fatelo prima voi che almeno inorridiamo insieme.
«Creda, se insiste dovremo arrestarla signor... ».
Per quale motivo?
«Resistenza».
La resistenza è finita da un pezzo.
Ora è il tempo dell'offensiva, mio caro.
«Chiamiamo la volante?».
Sì però che arrivi sul serio al volo, sono stanco di buttare tempo con una compagnia indesiderata.
«Senta per l'ultima volta ci dica che cosa ci faceva qui e la lasciamo andare».
E va bene lo ammetto stavo facendomi i.
I cazzi miei.
«Lei ci prende in giro!».
Io?
Si figuri anzi.
Anzi, considerato ve la siete ampiamente cercata, a questo punto ne approfitto per segnalare al mondo intero un'anomalia vergognosa ed irrispettosa, verso una minoranza etnica mal considerata, derisa e privata perfino dei diritti elementari.
E se voi mi trattenete signori avremo giusto il precedente in merito e.
Ed il vostro nome e cognome sul giornale pari vi piace tanto, che sta risaputo il comandante è uomo di cultura e lo legge ogni mattina il giornale.
Tutto qua.
P.s.
Non sono gay bensì mi fermano immancabilmente lo stesso, che probabilmente ho il portamento d'uno adatto a far fare rapida carriera.
P.s. del p.s.
Com'è finita la vicenda volete sapere?
M'hanno buttato fuori dopo una telefonata al loro capo, di cui ho origliato unicamente un «non...
Non tirarmi su casini altrimenti il culattone che perquisisce scroti infiammati, in tutina rosa attillata, rossetto alla battona e parrucca bionda, poi lo faccio fare a te e per.
Per il resto dei tuoi giorni».