Quarantine: Radici

"Ho ricevuto una lettere dai suoi genitori. Dicono che sono rinchiusi in un paese a un paio di miglia dalla tenuta, ma non possono allontanarsi, per cui saranno costretti a fermarsi lì per un tempo da definire."

"Mmmmh. Lo sapevamo questo, mi pare. Se non fanno allontanare nessuno, non vedo perché avrebbero dovuto farli muovere. Tanto ci sono abituata a questa cosa."
"A cosa? Signorina Blues?"
"Alla loro assenza, mi pare chiaro. Secondo te perché ti hanno messo qui a sopportarmi? Loro sono troppo impegnati a girare invece di badare alla loro unica figlia. Del resto, come biasimarli? Anche io sarei fuggita se avessi avuto una figlia come me."
"Perché pensa questo?"
"Perché di certo, questa, non era la vita che sognavano. Sono nata perché dovevano avere qualcuno a cui affidare il loro lavoro un domani, costretti dalle proprie famiglie a tenere alto il loro nome e non perché mi desideravano. Allora, a questo punto, mi chiedo quale senso abbia tutto questo? Quale sarà il mio destino? Vivrò per il loro nome o morirò per l'epidemia? 
I miei quadri non li compra più nessuno, Clap. È anche inutile che io continui a dipingere se non ho compratori. Inutile anche che io respiri se non posso fare ciò che voglio fare. 
Portami un coltello."

"Cosa ci vuole fare?"

Silenzio.

"Per passare il tempo ho deciso di tagliarti le orecchie, così non mi ascolterai più quando farò discorsi così tedianti. Ma se proprio le vuoi tenere, taglierò i tuoi capelli!"
"Ma, signorina, le mie orecchie, i miei capelli!"

Ride lei.

"Tanto se muori a chi importerebbe dei tuoi capelli lunghi?!"
"Mmmh... Magari, una volta sotto terra, potrebbe crescere un albero che userà i miei capelli come radici!"
"Oh, che cosa poetica Clap! Questa volta ti farò un applauso di sostegno! Sai dove le devi affondare le tue radici? Avrei un idea! Mmm, potresti iniziare da dietro al campo accanto lo sterco di vacca! Tu cresci e lei ti concima!"

Urla soddisfatta del suo pensiero.
Il volto di Clap mostra interdizione ma, fortunatamente, dopo ha sorriso. Si starà abituando?
Intanto, al di là della porta in salotto, la cuoca alza gl'occhi al soffitto come in segno di preghiera quando, da lontano, si odono passi. 
Qualcuno urla qualcosa tanto da far precipitare la donna all'ingresso.

"Chi, in periodo di epidemia, osa bussare alle nostre porte?"