Sabbia, sale e tanti rimpianti

C’era una volta, in un luogo molto molto lontano, sperduto tra i monti dell’illusione, un paesino piccolo piccolo dove sorgeva, nella piazza principale, un enorme tempio di cristallo. Si diceva fosse stupendo, l’ottava meraviglia del mondo, e per questo ogni giorno giungevano persone da tutto il mondo per visitarlo e nonostante la strada per arrivarvi fosse molto impervia, vi era sempre un’enorme fila all’ingresso...
Ogni visita rappresentava un’esperienza diversa, poiché questo aveva una particolarità che lo rendeva unico... cresceva e diventava sempre più bello alimentato dai sogni e le speranze di ogni abitante del paesino, i quali avrebbero potuto avere una vita tranquilla e serena basata su agricoltura e caccia, come tutti gli altri popoli della zona che lentamente tramite la creazione del commercio avevano raggiunto un buon grado di evoluzione… ma essendo estremamente avari e sognatori avevano costruito solo case di sabbia e sale, chiese di sabbia e sale, e tutto fatto di questo miscuglio per risparmiare il più possibile, per poi trasferirsi in una metropoli, avere una vita lussuosa e comoda... non c’era quindi tempo per il presente… come le lancette di un orologio che non si possono mai fermare...
I bambini passavano tutto il giorno sui libri, proiettati a quello che la società moderna avrebbe richiesto loro, così che il parco gioco del paesino, anche esso fatto di sabbia e sale, appariva sempre desolato… persino Babbo Natale, passando dalle casette, non lasciava doni... non c’era stato tempo per scrivere le lettere.
Le donne non perdevano tempo a truccarsi e, ansiose di trovare un principe azzurro, passavano tutto il giorno in cucina per prendere mano con i fornelli e i servizi di casa in modo da essere un giorno delle perfette casalinghe… non uscivano la sera, preferivano dormire e sognare nei loro letti di sabbia e sale… Non esistevano parrucchieri né estetiste, né acconciature... tanto che tutte le donne si lasciavano crescere i capelli a dismisura lasciando che solo il colore le differenziasse... Gli uomini non avevano tempo per avere passioni, hobby, godersi le gioie di stare in compagnia e andavano a fare praticantato altrove di tutti i mestieri che poi avrebbero fatto fruttare loro un’enorme fortuna… non c’erano stadi, né automobili… non c’era sorriso e gioia di vivere….
Nel frattempo il tempio diventava sempre più grande e splendente... e intorno il paesaggio sempre più desolato per i visitatori che pensavano di entrare in una città fantasma, poiché ogni famiglia pensava a sé e a quello che avrebbe avuto un giorno... si rinchiudevano nelle proprie prigioni fatte di immagini fragili e confuse, nella nebbia di ricordi mai costruiti: nessuno camminava per le strade per prendere un po’ d’aria, nessuno sospirava davanti al tramonto... nessuno piangeva, soffriva, rideva, si arrabbiava, nessuno viveva insomma… nessuno faceva altro se non aspettare che arrivasse il giorno, il momento che tanto attendavano: domani.
Dopo qualche mese, dopo che i pilastri di sabbia e sale non potevano più reggere l’enorme peso del maestoso monumento sempre più traballante, l’imponente cristallo implose causando un terribile terremoto... A quel punto non avendo “sprecato” giorni preziosi a fortificare gli edifici, questi non ressero la scossa e crollarono... a quel punto non rimase nulla agli abitanti... se non sabbia, sale e tanti rimpianti…