Scatole di cartone

Il lavoro di Giovanni é costruire scatole di cartone.

Sempre la stessa forma, in fondo cosa può essere una scatola! ma di tantissime dimensioni diverse.

Proprio ieri gli hanno chiesto di preparare una scatola piccola, più piccola che poteva.

A quel punto Giovanni si è fermato.

Avrebbe voluto liberarsi di tutti i suoi pensieri, per fare posto a quell'incredibile richiesta. Si è fermato per ringraziare le sue mani, i suoi occhi, la sua intelligenza, che lo avevano aiutato fino a quel momento: e da ultimo ha ringraziato anche il buon Dio che gli aveva dato tanti doni.

Ci fermiamo così poco per ringraziare: di quello che siamo ora.

Adesso stava parlando alle sue mani, per convincerle a realizzare bene anche quella richiesta: i suoi pensieri non dovevano pensare a fra un'ora, all'estate o a fra un mese, perché era maledettamente importante adesso e ora: e convincere i propri pensieri è forse la cosa più difficile.

Pian piano ha capito che la difficoltà era lui, veniva da lui.

Che bello quando cammini in un prato e sei contento e non sai perché.

O quando senti una musica che ti prende, entrare in sintonia non perché hai preso una decisione, o ci ragioni sopra, ma così, a un tratto, senza che tu ci metti niente, sei contento e amen.

Adesso Giovanni sarebbe andato a casa, contento perché costruire scatole gli permetteva di realizzare sé stesso.