Sorriso di neve

Sorriso di neve

Erano labbra di donna dipinte sul viso, erano occhi di cristallo che brillavano, tra sorrisi e lacrime, ricordi e passioni mai dimenticate, erano desideri profondi, sulla pelle morbida di un guanto di seta, sensuale movenza ottocentesca tra le ombre della sera, gelide, polari,

era un inverno infinito quello che alloggiava nel suo cuore paralizzando i battiti emotivi in una monotona sintassi priva di sussulti, di brividi, stimoli, percezioni...

Il vento spingeva le carte abbandonate in un gioco di spiragli tra le finestre chiuse, i vetri frantumati, riflessi di un mondo degradato che non poteva più reggere i fasti di un impero tramontato, decaduto, terre contaminate da radiazioni incontrollate ora lasciavano spazio al disadorno vivere di chi non rinunciava al magico potere di guardare le nuvole, contare le rondini, sedersi nel prato...

Foglie, come scheletri vegetali accartocciati dal tempo, accumulate negli angoli, alla base di ogni radice e lungo i marciapiedi, strade deserte che portano al deserto, anime deserte, in attesa di pioggia benefica, purificante dono per la terra assetata, malata, sporca...

Ceneri di un antico monumento alla gloria mortale, polveri di un amianto modulato tra intercapedini, pareti, strutture... pietre, mattoni, calcinacci, schegge di vetro, riflessi ovunque, come microspecchi di un sole estinto, testimoni taglienti dell’ultima era prima della Grande Distruzione...

Toccava, accarezzava l’asfalto ferito, le fondamenta piegate, le torri sgretolate... non c’erano auto e neppure negozi, non c’era spazio purtroppo neppure per un respiro, uno sguardo, una presenza... camminava, sfiorava, baciava le impronte di un passero assetato, nel fumo pungente c’era, doveva avere, esserci, esistere, sopravvivere, camminava per avere una direzione, cercando un destino che nessuno poteva più scrivere, perché non c’erano pagine, non c’erano storie, racconti, poesie, caratteri, pensieri... e neppure parole...

Restava quello spazio vuoto...

vuoto...

vuoto...

In cui il silenzio rimbalzava nelle stanze della città, nelle vie del tormento, nei vicoli della solitudine, nelle piazze dello smarrimento, nei viali alberati di lampioni fossili e macerie ardenti, mura sgretolate, fogne prosciugate, tegole sbriciolate, tubazioni, pareti, vetrate, poster e pensiline carbonizzate, aria di plastica fusa, disciolta, fumo grigio, fumo nero, eterna notte priva di stelle, senza luna né comete, eterna sensazione di un inizio che non avrà fine, non ci saranno epiloghi, non ci sarà un seguito perché tutto quello che doveva essere, ormai, era già stato...

Vivere senza la speranza di un arcobaleno, proseguire la marcia in un mondo spento, né luce né colori, onde piatte di un mare pietrificato, pozzanghere di olio melmoso e alberi bruciati, rivestiti di catrame nero e cenere, ceneri ovunque, residuo di una combustione distruttiva che ha massacrato l’ultima terra, la piccola spiaggia che noi chiamiamo “speranza”.

A cos’è servito correre per tanto tempo, inseguirsi, rincorrersi, sovrastarsi, combattere, prevaricarsi, giudicare, condannare, reprimere, osannare, predicare, adorare, idolatrare, discutere, cercare, creare, edificare, bonificare, insegnare, tramandare...? A lasciare questo strato di bolle radioattive su cui non è più possibile seminare un filo di erba non sintetica?

Forse il progetto era proprio questo: disperdere le tracce di una umanità priva dei requisiti fondamentali per stare al mondo: la logica, il buon senso non le appartenevano e ora... era tutto da rifare da zero, ricominciare sì... ma da cosa, da dove?

Lei era il primo step, il primo gradino, futuristica Eva di un progetto postatomico del giorno dopo... immune a tutto, al caldo, al gelo, ai raggi e alle radiazioni: aveva completezza nella sua purezza e saggezza nella sua verginità spirituale. Non c’erano dei, non c’erano poteri, potenti, non c’era nessuno... Il cimitero mondiale era il nuovo giardino su cui ricrescere germogliando nuovi frutti, nuove spore di amore perché la vita torni a partorire e risvegliare le anime sepolte...

Anni, secoli, millenni... la foresta tanto ferita e sfruttata nelle ere precedenti ha ripreso il proprio posto ricoprendo le aree disboscate, gli abusi e i complessi urbani edificati sulle sue ceneri ora sono polvere di cemento, sommersa sotto strati di fertile terreno carico di energia...

gli iceberg governano le grandi correnti gelide del nord e le calotte polari hanno ricostruito la propria morfologia, sono tornate le nevi laddove stavano i ghiacciai perenni e le acque decantate ora riflettono un sole raggiante specchiando il cielo nei medesimi colori: azzurro di giorno, arcobaleno al crepuscolo, argento la notte.

Terre, terre vive e fertili di vita ora rivestono province, regioni, stati... e l’unica bandiera è il sole che splende tra le stelle... il vento collega i continenti e la pioggia benevola disseta fiori tropicali e farfalle di montagna, frutti esotici e funghi del sottobosco, c’è spazio, sì, spazio per tutti e per tutto ora che l’uomo è stato ricollocato nel suo ruolo secondario di essenza primitiva alla ricerca di un perché...

Mentre le lucciole si rincorrono intermittenti nel calore della notte, le tribù umane stanno ancora cercando la prima scintilla con cui accendere la prima fiamma della nuova storia... un giorno troveranno i loro stessi fossili e cominceranno a fantasticare, esporli nei musei, raccontare favole di mammuth e dinosauri, li trasformeranno in pupazzi animati e torneranno a speculare per possedere più pietrine, più polverine, più dischetti di metallo a cui torneranno a dare il significato primario di un dio chiamato denaro che servirà solamente a riportarli nello stesso tour di contaminazione e tutto ricomincerà...

Ma forse Lei, Lei è diversa... non ci sono serpenti avvelenati, paradisi da difendere, eden da conquistare: non ci sono promesse né vere né false... soprattutto non ci sono divieti, minacce, ricatti di origine, sì... era questo l’inganno che impediva la nascita della vera coscienza, questo!

All’origine di tutto non c’era il peccato, ma l’inganno!

E intere generazioni per millenni hanno edificato culture e templi per tramandare un inganno che li ha portati ogni volta alla fossilizzazione spirituale, al conflitto, allo sconforto, al tormento, alla guerra, all’odio e alla vendetta... era questo l’errore su cui erano stati costruiti i precedenti valori ma ora è diverso, Lei è la purezza e le sue mani possono donare il calore del sole a chiunque desidera amore... finalmente nasce, ora, una nuova razza, una stirpe umana che non ha le radici nel peccato originale ma nell’amore originale e solo questo potrà essere, rapporto e interazione con le forme di vita, uomo e farfalle, bambini e delfini, ragazzi e gazzelle, donne e orchidee... una fusione interiore ed esteriore affinché tutte le forme di vita siano partecipi e autori della vita stessa... non ci sarà più l’ecologia come scienza, ma un sistema ecologicamente perfetto basato sull’amore, era così semplice! eppure ci sono volute decine di generazioni umane per capire che tutto era già scritto ovunque, ovunque!

Lo dicevano le nuvole che portavano acqua e cristalli di neve. Lo diceva il sole che colorava il cielo di amore al principio e alla fine di ogni giorno e lo diceva la luna argentando l’anima di chi sapeva sognare oltre la propria sfera cinetelevisiva. Ora nascono programmi, musiche vere, il canto dei gabbiani che volano sul mare, il fruscio del vento che trasporta la coscienza dei semi e dei germogli...

Lei alza lo sguardo al cielo e intorno a sé corrono felici bambini sulla spiaggia dorata: le onde accarezzano la pelle senza tempo e dalle stelle scendono i primi fiocchi di neve.

E’ un nuovo inverno, una nuova stagione, Eva sorride e le sue labbra restano dischiuse come in un lungo bacio universale... la neve scivola sulle sue guance e si scioglie sul suo sorriso...

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