Stories from Palestine - La famiglia Tamimi e gli alberelli sradicati

 La storia che segue, la quale fa da commento a un video passato su you tube nel maggio scorso dalla organizzazione umanitaria B'tselem, riguarda la famiglia Tamimi, residente a Deir Nidham, piccolo villaggio collinoso sito a nord‐ovest della città di Ramallah, nel Governatorato omonimo e di Al‐Bireh (Central West Bank o Cisgiordania centrale che dir si voglia). Nel 2007 il Palestinian Central Bureau of Statistics conteggiò nel villaggio una popolazione residente di circa ottocentottanta persone. Il nove marzo dello scorso anno (2021), cinque membri della famiglia Tamimi, tra cui il capo famiglia, lasciarono il loro villaggio per giungere nelle loro terre, site in prossimità del villaggio di Nabi Saleh (o Nabi Salih), visto che avevano avuto notizia della presenza di un colono di nome "Zvi" il quale vive ‐ a sua volta ‐ nell'avamposto di "Hafat Zvi Bar Yosef" ed è conosciuto per la sua insistenza nel portare il bestiame (mucche) a pascolare nelle terre dei contadini della zona. Il colono convocò i soldati, i quali giunsero e cacciarono i contadini dalle loro terre (prassi molto comune in ogni parte, remota o meno che sia, della Palestina: forse, chissà, è nello stesso DNA degli israeliani ancor da prima che essi diventassero Stato; o forse solamente da quando ‐ un giorno di maggio di tantissimi anni fa..."Cacciateli fuori!", fu l'ordine impartito da David Ben‐Gurion, padre storico di Israele, al Palmach ‐ ala paramilitare della stessa Haganah ‐ riferendosi agli arabi ed agli arabo‐palestinesi che abitavano la Palestina storica sin da prima del mandato britannico), confiscandogli, poi, anche un trattore agricolo col pretesto che si trattasse di "terreni demaniali". La mattina del diciassette marzo, alcuni membri della famiglia sono giunti in un'altra loro terra, situata a circa seicento metri a ovest del primo lotto e a circa duecento metri dall'insediamento coloniale di Halamish. Su questo terreno, alcuni mesi orsono, i Tamimi hanno piantato duemilaquattrocento piantine di mandorle circondandolo con recinzione, nell'ambito di un progetto sostenuto dallo stesso Ministero dell'Agricoltura palestinese nonché dal Centro Palestinese per lo Sviluppo e finanziato dalla ong Oxfam. Al loro arrivo i membri hanno notato che i coloni avevano sradicato gran parte della recinzione. Mentre erano occupati a riparare la recinzione, alcuni coloni sono venuti a guidare la loro mandria di mucche a pascolare sui terreni della famiglia Tamimi. Tra di loro il colono di nome "Zvi" (di cui s'é scritto), giunto armato. Il video in questione lo mostra chiaramente col mitra portato appeso al collo. In seguito è scoppiato un alterco tra i presenti abbastanza acceso senza ‐ tuttavia ‐ che la situazione degenerasse nella violenza estrema, come spesso accade in molti posti della Cisgiordania. Alché i coloni hanno convocato i soldati ‐ da parte loro ‐ è un rappresentante della Autorità israeliana per le antichità. I Tamimi son tornati nuovamente sulla loro terra a mezzogiorno del diciannove marzo scoprendo che i coloni avevano riportato le loro mucche a pascolare ai margini del terreno. Uno dei coloni ha minacciato i membri della famiglia di sparare se non se ne fossero andati via. Dopo pochi minuti è arrivato un'altro gruppo di coloni, seguito da alcuni soldati. I soldati hanno espulso i coloni e al tempo stesso ordinato ai Tamimi di lasciare la loro terra, cosa che hanno fatto. Verso le sette del mattino del giorno dopo la famiglia Tamimi è tornata sulla propria terra per lavorare. L'insediamento di Halamish fu stabilito a circa duecento metri di distanza dal terreno dei Tamimi i quali scoprirono che i coloni avevano sradicato la maggior parte degli alberelli piantati. I Tamimi allora informarono la direzione palestinese di coordinamento e collegamento che convocò gli abitanti del villaggio per farsi aiutare a ripiantare le piantine sradicate. Quello stesso pomeriggio, alcuni membri della famiglia Tamimi si recarono in prossimità del villaggio di Nabi Saleh, poi arrivarono otto soldati e ufficiali che li ordinarono di lasciare la loro terra. Quando i membri della famiglia si sono rifiutati di obbedire all'ordine, i soldati hanno chiesto ai Tamimi di esibire documenti comprovanti la loro proprietà del terreno, ma hanno continuato a chiedere alla famiglia di andarsene anche dopo che aveva presentato i documenti richiesti. Nel frattempo, una ventina di abitanti del villaggio si sono radunati sul posto e così l'ufficiale ha ordinato ai soldati di lanciarvi contro granate stordenti e candelotti lacrimogeni. I residenti sono dovuti fuggire, ma dopo essersi allontanati a circa cinquanta metri di distanza, si sono fermati e hanno guardato cosa stesse succedendo. La gente vide un soldato nell'intento di sradicare due degli alberelli di olivo che erano stati piantati. Continuarono a guardare e nel primo pomeriggio, poi, ognuno è tornato alla propria casa.