Tramoggia

Ciao! Come stai? 
È un periodo un po’ particolare, sto ai pensieri forzati!
Ma forse volevi dire ai lavori forzati?
No! Volevo solo dire quel che ho detto: Sono ai pensieri forzati!
Beh! Spiega meglio, se vuoi ti ascolto!
Allora amico, sai cos’è una tramoggia? 
Più o meno!
Ecco! Allora pensa alla mia testa come a un contenitore. Ho appena riversato all’interno di essa anni di pensieri già di per sé incontenibili, immagina come fosse aperta sopra, mentre un frullatore sversa il preparato mentale. Lo vedi adesso che nella sua discesa perde parti di capelli, di risate, di occhi, di stanze, di profumi, di mare, di sangue, di me? Vedi come sia già difficile il solo impastare e versare nella tramoggia?
Sì! Capisco!
Ora a questo aggiungi il fatto che questo denso impasto debba scendere giù per questo indegno contenitore, immagina che questa bellezza già di per sé esuberante stia traboccando un po’ ovunque, sprecandosi.
Ho messo nell’impasto tanta di quella roba che ora deve scendere giù, come in una tramorgia, insinuandosi per caduta in quello stretto orifizio che porta allo stomaco, passando per il cuore. Estrudere l’impasto. Il bello è che non so in cosa si trasformerà e se si trasformerà.
Comprendo.
Dovrà percorrere i canali, che si stringono a imbuto come i gironi infernali. Deve trasformarsi, essere digerito e poi eliminato anche se sai che non potrà essere eliminato del tutto. Mai! 
Amico mio ascoltami, nulla si crea e nulla si distrugge, ricorda che nulla è perso per sempre e se saprai concimare ed alimentare la bellezza con gli scarti ritroverai nuova sostanza.
Forse hai ragione amico, grazie. Intanto per adesso, torno a estrudere.
Di niente.

#dentrismi #gliaforismidiHalo