Trapianto

Tutto andò sempre liscio liscio, anzi oseremo dire a gonfie vele, verso un avvenire migliore e meno incerto, per il genere umano finché un giorno.
Un giorno improvvisamente il cielo si squarciò laggiù verso sud ovest.
Un progressivo taglio netto lo stava infatti pian pianino aprendo, manco fosse stato un sacco tipo placenta, facendo balenare un altro luminosissimo sole.
Per un po' guardammo sorpresi ed increduli.
Poi non fu difficile intuire una punta di affilatissimo enorme bisturi che dall'esterno ci stava a lavorare.
Non vi dico lo stupore.
Poco dopo però, senza darci il tempo di reagire, un'impressionante gigantesca mano, munita d'azzurro guanto sterilizzato, con destrezza entrò dalla oramai lunga ferita per circondarci, noi ed il nostro mondo, di potenti dita e.
Ed infine strinse decisa la terra e l'asportò.
Amen?
No no!
Subito appresso un'altra mano sempre azzurra penetrò il buco portando una nuova palla e la pose nella medesima posizione di quella precedente e se ne uscì e. Ed il cielo venne alacremente ricucito e.
E noi? E. E noi si.
Sinceramente non saprei!
Credo smaltiti là fuori in inceneritore assieme all'organo terra a questo punto evidentemente, da qualcuno, considerato malato irrecuperabile ma.
Ma quello che so, invece, è che di nuovo tutti i novelli abitanti della terra poterono vantarsi d'avere una coda e. E che probabilmente stavolta decisamente avessero, bene bene, impresso in testa quanto serviva necessariamente tenersela stretta.
Quanto serviva necessariamente tenersela stretta.
Quanto serviva necessariamente tenersela stretta.