L'organza dei giorni, su cui sono poggiati gli attimi, d'un tratto slarga le maglie e senza rumore alcuno, lascia precipitare i giorni confusamente, l'uno sull'altro. In turbinio frastornante cadono senza toccare terra, restano impigliati nell’aria, fra denti digrignati, fra frammenti di pensieri scomposti.
È polvere in granuli graffianti quanto rotea nell’intercapedine del corpo eterico: vuoto colmo.
Mesti i momenti si mostrano sfuggendosi l’un l’altro, ora lampi luminosi e visi imbrattati d’amore…
11 maggio 2018
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Ho un vizio, un'abitudine antica,
a sera prima di addormentarmi
visualizzo la sfera del Perdono:
non volti, non persone, non fatti,
ma solo le spine che una ad una si staccano,
non pungono,
diventano petali e carezzano.
E il sonno è viaggio,
è prologo di nuovo giorno alla Vita
che sempre si dona in tutta la sua luce.