Un figlio venuto da lontano

Una passeggiata al chiaro di luna in riva al mare in una sera d’estate o una cenetta romantica a lume di candela in una fredda serata d’inverno; la vita di Elena e Massimo si svolgeva come quella di tante altre giovani coppie, cose semplici ma che servivano senz’altro a riempire il cuore di entrambi. Erano sposati da pochissimo tempo ma la loro unione sembrava durasse da molti anni. Occupavano anche una posizione sociale alquanto elevata, infatti, entrambi erano degli stimati avvocati ma senza dubbio ciò che prevaleva era il loro valore umano. Massimo era pieno di attenzioni per la sua Elena;  ogni occasione era buona per farle un regalo e inoltre era molto attento nel ricordarsi ogni ricorrenza che faceva parte della loro storia. Anche Elena non era da meno in fatto di premure e spesso si inventava per lui qualche bizzarra sorpresa.
C’era soltanto una cosa che mancava e che sarebbe servita non poco a rendere questa giovane coppia di sposi ancora più felice: la nascita di un bambino. Elena, infatti, aveva un fortissimo senso di maternità e non faceva altro che sognare di mettere alla luce un bambino per poterlo stringere fra le braccia strapazzarlo di coccole. Più volte i due ragazzi avevano pregato il Signore affinché desse loro la gioia di essere genitori ma tutte le volte si erano visti negare questo privilegio; persino quando Elena rimase incinta ma un brutto incidente non le consentì di portare a termine la sua gravidanza. Nonostante un periodo trascorso in totale tristezza per quel figlio mai venuto al mondo, Elena non aveva mai smesso di accarezzare il sogno di avere un bambino tutto per sé. Spesso confidava il suo desiderio al suo dolce consorte e questi la rassicurava dicendole che il bimbo che entrambi desideravano sarebbe arrivato presto a costo di qualsiasi cosa.
Gli effetti dell’incidente per la dolce Elena si rivelarono più gravi del previsto; dopo vari accertamenti medici arrivò per lei una notizia che non avrebbe mai desiderato apprendere: non poteva avere più figli.  Il responso datole dai medici fu come una pugnalata al cuore per la ragazza la quale cadde nella tristezza più profonda e, nonostante fosse circondata da tante persone che le volevano un gran bene i tentativi per tirarla su erano vani. Trascorreva le sue giornate seduta su una sedia accanto alla finestra della sua stanza e stava per ore a guardare nel vuoto. C’era sempre Massimo al suo fianco ma anche lui si dimostrò impotente di fronte allo stato d’animo di Elena. Massimo non ne poteva più di vedere la donna che aveva sposato in quello stato così pietoso; soprattutto se pensava che fino a poco tempo prima era allegra e molto solare. Voleva assolutamente fare qualcosa per la sua Elena e dopo qualche giorno le propose di adottare un bambino. La proposta sembrò ravvivare un po’ la giovane donna dallo stato di depressione in cui era piombata anche se lei avrebbe preferito un figlio tutto suo. La coppia dialogava spesso su questo argomento e Massimo non disdegnava di ripetere ad Elena tutti i giorni le stesse parole: “Vedrai tesoro adotteremo un bambino e lo ameremo come se fosse nostro. Il Signore ci assisterà in ciò che facciamo e sono sicuro che quel bambino sarà felice di avere una famiglia”. Elena, che aveva sempre avuto un grandissimo cuore,  sembrava galvanizzata dalle parole di suo marito; l’idea di avere un bimbo tutto da coccolare, anche se non partorito da lei,  cominciò a farsi strada nella vita della ragazza. Ogni giorno pensava al modo in cui doveva educarlo e coccolarlo per farlo crescere con gli stessi valori che i suoi genitori le avevano insegnato quando era bambina. Come ogni giovane donna che si appresta a compiere questo grande passo, la dolce Elena era solita chiedersi se sarebbe stata davvero una buona madre per il bimbo che stava per arrivare; spesso si confidava con sua madre la quale la rassicurava dicendole: “Figlia mia, anch’io mi ponevo le stesse domande quando aspettavo la tua nascita ma poi man mano che ti vedevo crescere ero sempre più orgogliosa di me stessa e di te perché ero consapevole di aver messo al mondo una creatura meravigliosa”. Elena rispose: “Le tue parole mi rincuorano mamma e posso solo ringraziarti per tutto ciò che hai fatto per me e per i valori che mi hai insegnato. Ti prometto che cercherò di trasferire tutto questo al bambino che adotterò”. I giorni passarono e arrivò finalmente il momento in cui il pargolo fece il suo ingresso nella vita di Elena e Massimo. Dall’orfanotrofio che si trovava poco distante dal loro paese arrivò il piccolo Ximen, un dolcissimo bambino cinese di circa tre anni e con il sorriso sempre stampato sulle labbra nonostante non avesse mai conosciuto i suoi genitori naturali. Massimo ed Elena erano felicissimi di averlo in casa anche perché per la prima volta potevano provare l’immensa gioia di essere chiamati mamma e papà. Ogni volta che la coppia aveva un po’ di tempo libero era una buona occasione per accompagnare Ximen al parco e farlo socializzare con gli altri bambini i quali sembravano contentissimi di accogliere il nuovo arrivato.
Elena e Massimo erano praticamente invidiati da tutto il paese; chiunque li vedesse passare per strada in compagnia di Ximen vedeva in loro il ritratto di una famigliola felice.
Purtroppo una nuova tegola era pronta ad abbattersi su quei due ragazzi che tanto avevano lottato per adottare quel bimbo. Un giorno, infatti, Massimo ed Elena si videro recapitata nella loro abitazione una lettera del tribunale che comunicava loro alcune irregolarità burocratiche circa l’adozione di Ximen  e che di conseguenza il bambino sarebbe dovuto ritornare in orfanotrofio. Questa notizia fu un colpo al cuore per la coppia e in particolare per Elena che tanto aveva desiderato il bambino. L’indomani, con la morte nel cuore riaccompagnarono Ximen nel luogo dal quale lo avevano prelevato promettendogli che sarebbero presto tornati a riprenderlo. I due giovani sposi si recavano ogni giorno a trovare il piccolo Ximen e quest’ultimo non disdegnava di gettare le braccia al collo dei due ragazzi non appena li vedeva; sebbene ancora in tenerissima età sapeva esprimere la sua gratitudine per coloro che lo avevano accolto e coccolato con amore. Spesso il piccolo chiedeva ai suoi genitori adottivi quando lo avrebbero riportato a casa e Elena tra le lacrime lo rassicurava dicendo che ciò sarebbe accaduto di lì a poco. In realtà l’inconveniente era dovuto al fatto che la madre naturale del piccolo Ximen aveva saputo tutta la verità sul bambino e voleva riaverlo con sé.  Nei mesi successivi Elena e Massimo, data la loro professione di avvocati, tentarono ogni possibile scappatoia legale allo scopo di riportare il bimbo a casa ma tutti i loro esperimenti si rivelarono ben presto vani. La madre naturale di Ximen  era davvero agguerrita e voleva a tutti i costi riprendersi il bambino. 
Ximen aveva soltanto pochi mesi quando fu tolto alla madre; poiché la donna soffriva di disturbi psichici e venne giudicata non in grado di accudire un figlio. I giorni trascorrevano inesorabili e per Massimo ed Elena le speranze di rivedere nuovamente Ximen  sgambettare nella loro casa si attenuavano sempre di più. Elena era sempre più triste, sempre più annientata dal dolore e il suo viso era costantemente bagnato di lacrime. Anche i suoi sogni erano molto spesso all’insegna del ricordo del piccolo Ximen; si girava costantemente nel letto ripetendo tra sé: “Bimbo mio torna dalla tua mamma” Massimo le stava vicino e, da marito premuroso qual era, non le faceva mancare il suo appoggio nemmeno per un attimo. Tutti i giorni, quando si recava a trovare il bambino in orfanotrofio, Elena trascorreva tantissimo tempo con il piccolo Ximen e ogni volta che doveva separarsene, era per lei un duro colpo al cuore; era il suo bambino e l’amore che provava per lui non aveva confini.
Fortunatamente le gioie per Elena e Massimo e anche per il piccolo Ximen non tardarono più ad arrivare. Venne finalmente il giorno dell’ultima udienza del processo che avrebbe dovuto decidere chi tra Elena e Massimo e la donna che aveva partorito Ximen, avrebbe dovuto prendersi cura del piccolo. Ci fu il colpo di scena che i due giovani sposi attendevano da ormai troppo tempo: il giudice diede loro ragione e il bambino poté finalmente fare ritorno dai suoi genitori adottivi.
L’indomani, giorno del ritorno a casa di Ximen venne organizzata una grande festa in suo onore; c’era praticamente tutto il paese perché tutti vollero partecipare alla rinnovata felicità della coppia e brindare alla nuova vita del bambino. Elena tenne stretto a sé Ximen per tutta la durata della festa dicendogli: “ Bimbo mio ora resterai per sempre con noi, nessuno potrà mai più separarmi da te”. Il sorriso tornò a splendere sul volto di Elena e Massimo perché ora potevano finalmente svolgere i rispettivi ruoli di papà e mamma di quel bimbo che, seppur non avessero aspettato per i canonici nove mesi, lo avevano comunque atteso con lo stesso amore e lo stesso entusiasmo di due genitori naturali.