Un Palazzo Di Femmine Di Lusso

Il destino è al di sopra degli dei. È il concetto che discende dalla credenza che esista un ordine naturale già fissato nell’universo,  teoria che trae origine del fatalismo dei greci, vedi vicenda di Edipo e delle Parche che regolavano la vita degli uomini.  Il fato non ha le stesse caratteristiche negative del destino perché, senza una voluta partecipazione del soggetto non produce effetti. Il credo cattolico, per giustificare i suoi principi parla di libero arbitrio ma i filosofi moderni hanno affermato  che tale pensiero è incompatibile con le nostre attuali conoscenze della natura. Il motivo per cui il seguente racconto è iniziato con questo ‘pistolotto’? Semplice perché sembrava impossibile che si fossero presentate delle situazioni un po’ complicate ed anche boccaccesche che come era accaduto a Roma, in via Duca d’Aosta, palazzina di cinque piani più garage e alloggio per il portiere,  edificio moderno e antisimico ma…c’era un ma: dinanzi passava un tram che più avanti incrociava altro tram in via Taranto, conclusione ad ogni passaggio un rumore infernale. Il costruttore era stato previdente ed aveva isolato con pannelli antirumore tutto l’edificio ma d’estate, a finestre aperte… un bel concerto. Viola quarantenne, divorziata, ricca e nullafacente abitava al primo piano;  stanca di stare sul letto in sottoveste ed aria condizionata accesa, sperando nel ‘ponentino’ romano si era affacciata al balcone quando sotto passò Riccardo figlio della portiera Amaranta: ”Un bellissimo spettacolo, se possibile vorrei ammirarlo da vicino!” Viola non si era accorta che era senza slip e quindi la ‘pelosa’ era in vetrina, doveva accadere proprio lei molto pudica come da suo nome. La dama sparì all’interno arrabbiata con se stessa. Amaranta aveva avuto una pessima sorpresa quando una mattina dei Carabinieri si erano presentati in casa sua ed avevano ammanettato Mattia, il marito portandolo a Regina Coeli per certe sue operazioni  ‘non pulite’ e combinate  in combutta con la mafia capitolina, ne avrebbe avuto per cinque anni. Dopo i primi attimi di smarrimento, Amaranta, come da suo nome ‘immortale’ si era rimboccate le maniche ed aveva preso il posto di portiere di suo marito, non c’era altra soluzione anche se la paga non bastava alle esigenze famigliari ma un suo dio la prese sotto l’ala protettrice.  Federico, fratello di Mattia che aveva fatto fortuna in Australia, venuto a conoscenza della situazione ogni mese inviava alla cognata una consistente somma di denaro con cui il figlio Riccardo poteva pagarsi gli studi all’Università, era iscritto in medicina. Altra situazione al secondo piano: Frida nubile, trentenne figlia di agricoltori diretti con terreni vicino a Frascati era professoressa di francese al liceo scientifico di via Cavour. Dopo un lungo rapporto con un compagno d’Università il cotale l’aveva lasciata con un laconico messaggio sul cellulare: “Hi good luck’”, si era messo con una ventenne come ormai di moda. Dopo un primo momento di rabbia Frida si era ripresa ed aveva preso ‘confidenza’ con Tommaso un professore della sua stessa scuola quarantenne, sposato che la andava a trovare dopo bugie propinate alla legittima consorte che faceva finta di crederci, meglio, le corna che l’abbandono, l’attuale filosofia delle signore tradite è  diventata più pratica, niente sceneggiate, il consorte o prima o poi, per nostalgia per la casa coniugale avrebbe alzato bandiera bianca e sarebbe tornato all’ovile. Tommaso aveva un  pregio non indifferente: era molto ricco e non lesinava regali e denaro in contanti a Frida che lo spendeva in viaggi con amiche ed amici soprattutto in crociere durante le quali si prendeva più di una  licenza con maschietti giovani e di suo gusto. Oggigiorno i principi morali, tranne che per i poveri cattolici praticanti (talvolta anche per loro!) sono molto cambiati in meglio, a seconda dei punti di vista! Terzo piano dell’edificio occupato da Mimosa vedova ricca di suo ed anche per ‘merito’ del suo  defunto marito che le aveva lasciato inoltre due eredi gemelli diciassettenni Amos e Leo che la mamma prudentemente aveva ‘spedito’ in un collegio per ricchi ma lontani dalla genitrice che amava molto la libertà consistente soprattutto in colloqui intimi con signori di bell’aspetto e sessualmente dotati. Chi meglio di Riccardo non per nulla detto ‘er casanova’ per soddisfare le sue molteplici voglie sessuali, talvolta anche per tutta una notte, prestazioni  che lasciavano il giovane spossato ma con le tasche piene di bei soldini. Quarto piano occupato da Flora cordiale con tutti soprattutto con le femminucce che apprezzava come i maschietti, la sua professione di coach in una palestra di sua proprietà la portava ad incontrare giovani e giovanette cui insegnava  esercizi e metodi di allenamento per migliorare la loro  forma fisica. Al quinto piano Aurora dal fisico longilineo e splendente come il significato del suo nome.  Venticinquenne era modella e spesso sfilava anche all’estero, era l’amica intima del  noto stilista Diego, uno dei pochi non omosessuale che, innamoratissimo di lei, la poteva incontrare solo in occasione di sfilate considerata la gelosia ossessiva della consorte che, essendo comproprietaria del marchio faceva pesare la sua volontà nelle scelte di lavoro e non era conveniente per Diego chiedere il divorzio. Viola in crisi di solitudine una mattina pensò di far qualcosa lontano dalla sua natura di donna riservata: dare una festa a casa sua invitando tutti le signore  residenti nel palazzo, ognuno avrebbe potuto farsi accompagnare da una persona di suo gradimento. Convocò la portiera Amaranta cui consegnò cinque inviti scritti di sua mano con riportato il disegno di una sala da ballo, inviti per il sabato successivo per una festa danzante nel suo alloggio. Le quattro invitate, anche se un po’ sorprese aderirono alla richiesta ringraziando per telefono Viola. La padrona di casa aveva unito due stanze per avere un salone grande, era sempre stata un suo desiderio e così le coinquiline all’ingresso nei locali apprezzarono e lodarono la padrona di casa che,  smessi i consueti vestiti modesti aveva acquistato un abito da sera di gran lusso e si era fatta truccare da una stilista, sembrava un’altra come poterono accertare le quattro signore. La signora si recò personalmente in una famosa pasticceria in via Taranto per ordinare dolci e bevande per la festa. Ad un commesso chiese di parlare col padrone del locale, era un signore quarantenne molto elegante sia nel vestire che nei modi, Viola rimase affascinata, non era facile di gusti in fatto di maschietti ma questo… “Sono Ennio spero di poterle esserle utile.” Viola lo mise al corrente della prossima festa che avrebbe dato a casa sua e chiese al proprietario della pasticceria di farsi carico per quanto riguardava il rinfresco poi fu  audace: “Qualora lo desideri potrebbe venire personalmente a controllare…” “Con gran piacere madame,  sono stato a suo tempo barman a Parigi, lei mi ricorda una tale madame che mi è rimasta nel cuore, mi lasci un suo biglietto da visita, vorrei il giorno prima venire  a casa sua a controllare il locale.” “Bien sure monsieur, voici ma carte de visite.” Toh,  una dama poliglotta, quel giorno potremo fare anche della conversazione…” “Io preferisco il ballo.” “Senza modestia in quel campo sono ferrato, a presto mia gentile signora.” Un finto baciamano mise fine alla conversazione. Viola non riconosceva più se stessa, non vedeva l’ora che arrivasse quel sabato, mai in vita sua si era innamorata, che fosse la volta buona…La notte prima sembrava il film ‘la notte prima degli esami’. Viola aveva dormito poco e male, ce l’aveva con se stessa e che cavolo…Aveva chiesto alla parrucchiera di inviarle a casa l’estetista, ora si sentiva a suo agio, si fece i complimenti da sola. Pian piano giunsero gli ospiti compresi Amos e Leo i due giovani figli di Mimosa, dimostravano più dei loro diciassette anni, erano dei bei giovani. Per ultimo giunse Ennio al seguito di tre camerieri con tre vassoi per le cibarie e secchielli con delle bibite, il signore indossava uno smoking grigio molto elegante che metteva il risalto il suo fisico. Viola d’impulso gli si avvicinò e lo abbracciò presentandolo agli astanti un po’ sorpresi di tanta manifestazione di affetto, Viola era stata sempre considerata una donna riservata, ora…Furono loro due ad aprire i balli, al suono di uno stereo, musiche romantiche e pian piano si formarono delle coppie eterogenee, solo una coppia rimase sempre l stessa quella di Viola e di Ennio che alla fine della serata rimasero soli in casa, si guardarono negli occhi e come nelle favole…vissero a lungo felici e contenti.