Vacui pensieri

Era sempre lì a rovistare tra quei pensieri posti in un ordine precario, aspettando il giusto tempo per dargli una posizione di priorità. Tanti piccoli pezzi di un puzzle che non riusciva a incastrare, così diversi tra loro. Giulia non riusciva a immaginare un’etichetta di scadenza posta su ognuno, quindi continuava a rimandare a un domani che non appariva segnato su nessun calendario. In quel divario, che vorticava attorno a una libertà mai raggiunta, si alimentava la sua perpetua condanna. Si sentiva persa in quel labirinto di carezza e voce, sentiva l’aria spostarsi e un brivido attraversarla. Una voce guidava i suoi passi, le giungeva acuita, con un’intensità penetrante fino a causare uno smarrimento tale da non farle trovare la via d’uscita. Il cuore, con i suoi battiti criptati, inviava messaggi che la mente, puntualmente, cancellava. Si era creato in lei uno strano meccanismo di autodifesa, creava e annullava contemporaneamente ogni impulso. Ogni forma di contatto perdeva senso nel contesto in cui si sviluppava, fino a determinare una perdita di coscienza affrancata dalle forme chiuse di un linguaggio non definito.