su "Di mamma ce n'è più d'una"

Di mamma ce n'è una sola. La mamma è sempre la mamma. Cuore di mamma. Dietro i detti popolari c'è davvero la verità o piuttosto una serie di stereotipi che inchiodano il materno alla sfera del sacro e la donna al ruolo di madre-schiava confinata tra le mura domestiche? Nel suo ultimo libro "Di mamma ce n'è più d'una" (Feltrinelli, 2013, 314 pagine, 15 euro) - il terzo dedicato alla questione femminile, dopo "Ancora dalla parte delle bambine" e "Non è un Paese per vecchie" - la scrittrice, blogger e giornalista Loredana Lipperini si addentra nel terreno scivoloso della maternità smontando la credenza più dura a morire: che l'essere madre sia il destino della donna e che, in quanto tale, renda le donne "sacerdotesse della natura e mammifere portatrici di salvezza".  Quel totem, ovunque ma ancora di più in Italia, in nome del quale si combattono le battaglie più aspre. Perché sulle madri, sul loro corpo e sulle loro scelte ci si azzuffa e ci si scanna. Tra donne, prima di tutto, in un gioco al massacro che le sfinisce. 
Il "divide" fa imperare chi o che cosa? Lo status, la Madre, il modello cui pare obbligatorio conformarsi a discapito dei milioni di madri reali che popolano le nostre famiglie. È così che la maternità si fa gabbia, innescando quel corto circuito ben sintetizzato dalla citazione di Simone de Beauvoir che è l'ispirazione e insieme il filo conduttore del saggio: "Poiché in quanto madre fu ridotta a serva, in quanto madre sarà amata e venerata".
Vediamole, le battaglie che si scatenano sul corpo delle madri. "Fautrici del parto in casa e dei pannolini lavabili contro le "madri al mojito" che non disdegnano una vita sociale e lavorativa accanto agli impegni genitoriali", scrive Lipperini. "Madri totalizzanti contro madri acrobate dai mille impegni. Natura contro cultura (apparentemente). Femminismi contro femminismo, anche: perché sul principio dell'autodeterminazione si gioca tutto, e molte, moltissime giovani donne rivendicano una maternità esclusiva contro le madri "che erano anche altro". Contro le loro madri, in effetti". 
Mentre le donne litigano e rivaleggiano, mentre "la complessità delle donne reali si riduce al solito scontro tra emancipate e mamme, tra pornofile e moraliste, tra escort e femministe" le madri, quelle vere, sono sempre più sole. Schiacciate tra il culto della Natura, che le vorrebbe "ad alto contatto" e che le spinge ad allattare al seno fino a tre anni di vita del figlio, diffidando di tutto ciò che è "artificiale", e un contesto reale, politico ed economico, che non solo non le sostiene ma addirittura le respinge (si pensi al mercato del lavoro e all'odioso fenomeno delle dimissioni in bianco). Sole, dunque, e possibilmente a casa. Ma santificate. Anche dal marketing, di cui Lipperini denuncia trucchi e ricorso ai più triti stereotipi. Perché le mamme, e i loro consumi, fanno gola. 
"Madri, liberate le vostre figlie" è il titolo di un libro della psicanalista francese Marie Lion-Julin. Lipperini va più in là, risale la corrente: liberate prima voi stesse, dice. Scendete dall'altare dove vi pongono e dove spesso vi ponete anche voi. E allora sì che insieme a voi stesse salverete i vostri figli, che non si sentiranno più in dovere di essere speciali. Capiranno di dover essere nel mondo, semplicemente. E dunque di poter essere se stessi. 

Di mamma ce n'è più d'una

di Loredana Lipperini

Libro "Di mamma ce n'è più d'una" di Loredana Lipperini
  • Casa Editrice
    Feltrinelli
  • Dettagli
    314 pagine
  • ISBN
    8807172518