su "Le fedeltà invisibili"

"Le fedeltà invisibili.
Sono fili che ci legano agli altri, ai vivi come ai morti, sono promesse che abbiamo sussurrato e di cui non riconosciamo l’eco, lealtà silenziose, sono contratti per lo più stipulati con noi stessi, parole d’ordine accettate senza averle comprese, debiti che custodiamo nei recessi della memoria.
Sono le leggi dell’infanzia che dormono dentro il nostro corpo, i valori per cui lottiamo, i fondamenti che ci permettono di resistere, i principî indecifrabili che ci tormentano e ci imprigionano. Le nostre ali e le nostre catene.
Sono i trampolini da cui troviamo la forza di lanciarci e le trincee in cui seppelliamo i nostri sogni".

Delphine De Vigan in maniera lucida quanto ossessionata ci racconta di quanto le colpe dei genitori possano ricadere sui figli. Di quanto un determinato contesto familiare possa essere la proiezione del comportamento dei figli. Disfunzioni genitoriali che diventano disfunzioni filiali.
Delphine lo fa presentandosi due famiglie con i rispettivi figli, Théo e Mathis. Scava nei comportamenti, nelle ritualità, nei gesti e nelle abitudini di queste famiglie. La realtà esteriore diventa una cartina di un mondo interiore precario che trova sfogo nella sete. La sete come palliativo e anestetizzante del mondo che li circonda. Una gabbia. Un abisso sempre più profondo: "[…] perché ogni volta è ancora peggio, peggio della settimana precedente, come se fosse possibile spingersi sempre un po’ più in là nell’abbandono di sé […]".
Lucido, originale, equilibrato, narrato attraverso i diversi punti di vista dei personaggi, peccato per il finale che lascia l’amaro in bocca, ti spinge a chiederti: ma finisce veramente così? Quali saranno le sorti dei due combattivi protagonisti?

Le fedeltà invisibili

di Delphine De Vigan

Libro "Le fedeltà invisibili" di Delphine De Vigan
  • Casa Editrice
    Einaudi
  • Dettagli
    133 pagine
  • ISBN
    8806238523