su "Due anni di battibecchi 1953-1955"

Mi ha molto appassionato leggere i pensieri, le osservazioni, le filippiche di Malaparte sui fatti giornalieri, sui rapporti tra i suoi amici e i suoi nemici e sui rapporti tra la gente di strada e quella dei Palazzi. Tutto improntato alla ricerca della verità, della giustizia, della pace sociale. Entrano nell’anima le osservazioni sulla vita comune, sulle debolezze e brutture umane, ma anche sulla gioia dell’osservazione delle piccole cose belle.
Osservo che l’Italia che racconta in quegli anni sembra quella di oggi, con la casta, il malcostume, la lotta per il potere, la povertà, la superbia ma anche con la speranza di tempi migliori: ciò forse perché i sentimenti buoni che animano le persone sono immutabili nel tempo e quindi ci permettono di vedere il mondo con gli occhi di sempre. Se poi notiamo nei suoi racconti, nei suoi spunti di vita quotidiana il senso dell’etica, della giustizia, dei valori della Patria, che sono valori universali, non possiamo vedere l’Italia in una prospettiva diversa.
La differenza che vedo oggi con quegli anni è la mancanza del cosiddetto “comunismo” di allora che, non tanto come espressione di forma politica, era o almeno tentava di essere argine contro lo strapotere della prepotenza, dell’ingiustizia, del malcostume, del mallaffare.

Due anni di battibecchi 1953-1955

di Curzio Malaparte

Libro "Due anni di battibecchi 1953-1955" di Curzio Malaparte
  • Casa Editrice
    Garzanti
  • Dettagli
    393 pagine