su "Le notti bianche "

Questo libro è un capolavoro, un piccolo racconto che racchiude tutto, ritrovata speranza, ma anche successivo annullamento, luce che ti colpisce, ma anche buio che penetra.
Nelle prime pagine ci viene descritta la San Pietroburgo che cambia e si evolve nel corso delle stagioni; il protagonista è un uomo senza nome, che ama passeggiare sulle sponde del fiume, tra i suoi pensieri, affanni, sogni irraggiungibili. Durante una di queste passeggiate arriva la svolta, il cambiamento, l’elemento di sutura tra l’immaginario e il reale. Lei è una donna affranta, che piange, che è sconsolata e triste, ma nonostante tutto accetta di parlare con l’uomo che le porge la mano in segno d’aiuto. Entrambi iniziano a raccontarsi, a conoscersi, a fondersi ognuno nel corpo dell’altro, a darsi speranza, a vomitare quei fantasmi interiori che da troppo tempo erano rinchiusi nella gabbia dell’animo. Quattro notti di conoscenza, cuori che palpitano, un passato che ritorna, l’amore che sfugge verso un passato che sembrava troppo lontano, una nonna pedulante, una nuova consapevolezza che è destinata a vivere nell’ombra, nel buio che oscura quell’aura che pareva esser donata solo dalla giovane Nasten’ka.

“Quanto più siamo infelici, tanto più profondamente sentiamo l'infelicità degli altri; il sentimento non si frantuma, ma si concentra.”

Le notti bianche

di Fedor Michailovic Dostoevskij

Libro "Le notti bianche " di Fedor Michailovic Dostoevskij
  • Casa Editrice
    Mondadori
  • Dettagli
    105 pagine
  • ISBN
    8804516046