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Sparecchio i pensieri Ogni tanto Cercando Frammenti Non vale Sai, tra tutte le cose Approfittare Troppo del mestiere
C’è una zingara A piazza del popolo Accanto a Canova Non chiedere di lei Lei chiederà di teC’è una zingara Che non invecchia mai Ha un sorriso seducente La zingara Gli occhi grandi di metallo E ogni volta che passo di la Si offre Per leggermi la mano‘Ti porterò fortuna!’ Mi grida dietro Come fossi un soldatoMa io non sono un soldatoLe sorrido E vado oltre Con un gesto del braccioC’è una zingara A piazza del popolo Accanto a Canova Non cercare di lei Lei cercherà di te Se sei un soldato Mostrale la mano Ti porterà fortuna
Ci sono tante cose che mi chiedo ogni giorno a cui non so darmi risposta. tanti pianti tra "le ceneri di Gramsci" senza speranze senza giorni migliori. ci sono giorni in cui non credo non credo più si possa dire ciò che si crede perché ci risvegliamo ogni volta al mattino di più "stroppiati" nello stomaco. fuori l'odore della candeggina mi fa scoppiare il cuore prendo un caffé per ammazzare sapore notte o mai più...
"long ago... long ago..."
Se un giorno dico cose senza senso
È perché sento
Che è giusto
Che il calore
Si debba
Ingoiare
Con il naso
E l’odore
Toccare col palato
Una poesia
Si scrive
Con la penna
E con la pelle
E con la mano
Non certo
Con la testa
E con le stelle
Nascerai?
Dalle frattaglie?
Di qualcosa?
Che mi è rimasto?
Dentro?
Danziamo sul campo di battaglia finchè non
fa notte sotto ai falò!
C'è un respiro più grande del nostro a
coprirci. Proviamo il gusto del nostro vivere
sul serio,
del nostro scrivere, pensare, amare. Niente è
buttato, nulla si mette via…
Siamo tutti colpevoli
Ma nessuno adrà all’inferno
Per questa merda
Bambina
Non preoccuparti
Siamo qui
Ancorati da una luce
Al proscenio
Del profilmico
Andante
In un’opera di wagner
E non moriremo mai
Se tu mi baci
Nessuno andrà all'inferno
Se ci facciamo
Un altro sorso
Di saliva
Tantomeno noi
Che non abbiamo bisogno di permessi
Da nessuno
E non dobbiamo scusarci
Con nessuno
Se vogliamo ancora
Un po’ di luce
Fa tanto freddo
E buio
E non ho sonno
Ancora
Tu potresti dormire
Tanto
Non cambia
Siamo sempre
Tutti
beatitudinatamente Colpevoli
Ma lascia stare
Nessuno andrà all’inferno
Non ti preoccupare
I.
Lei
Di tre anni
Più giovane
Di me
Avrà un motivo
In più
Per Dire
Fare
Baciare
Giocare alla notte
Cercare le grotte del cieco
le botti
Nel treno
che è andato
A Firenze
Passando per Boston
Girando l’Alsazia
E la Bosnia
curvando tra l’India
E Bagdad
CAPOLINEA/boccea
Formia/Itri/Fondi-Sperlonga/M.S.Biagio/Priverno-Fossanova/Sezze R./
Latina(littoria)/Cisterna/Campoleone/Roma Termini
II.
Più giovane di me
3 anni
Perde il tempo
Sopra un sasso
Conta il mondo
Sceglie il passo per
Trovare l’autoimmobile
Sola
Cruda
Nuda
Settimana
Majorana
Majonese
Portoghese
Portofino
Serafino
-‘Sera! Come va? Tutto bene! Mi fa piacere! Senti... devo scappare! Salutami tutti... Ciao...
Ribelle
Sarebbe
Chieder troppo
Alle
Sorelle
Ma il genio
Non fa solo
La rivoluzione
Schiatta
Da solo
Chiuso
In un bidone
Di spazzatura
Fetida
E melmosa
Sigillato
Con un candido
Velo da sposa
Crudele
Provasti
A ripoetare
Qualcosa
Scritta
Già
Fin troppo
In uno sguardo
E in un sorriso
Scapigliati
assurdi
incontrastati
Riflettono
Sul mondo
Incastonati
Impressioni
Di espressioni
Dilaniate
Finalmente
Squarto
E cerco
Di guardare
Oltre
Nel mio
caro
Vecchio
Salutare
Ripensare
Il mio
Poetare
Si ricorda
A volte
E spesso
Cede
Ma posso
Certo
Dominare?
Alienante
Stato
Di
Coscienza
Che teme
Appartenenza
Al mondo
Statico
Perverso
In un progresso
respingente
la modernità
Nel ciclo
Indissoluto
Giocare
A perdere
Col mondo
Ma questa
Insulsa
Voglia
Di ingiovanire
Il corpo
Che mi prende
Non puoi
Non dire
Stile
Sarebbe?
Ora?
Di?
Rispolverare?
Pulizia?
Stagionale?
Da quando?
Non si fa?
Che perso
Abbiamo
Vinto
Niente
Solo
Un po’
Di gente
Si è saputa
Dignitosamente
Guadagnare
l’inferno
E allora?
Meglio
Andare a fare
In culo
A questo punto
Non voglio
Più...
-che cosa?-
Di perdermi
M’importa
La ragione
E il senno
Ricercare
Senza lume
Sulla luna
Ma come
Oggi
È il sole
Quell’unico
Valore
oro-borghese
anarchica
è la notte
Non tenera
Se è vero
Che allora
Avrò da
Dire
Un sogno
Intero
Vero
Spero
Un giorno
Di educare
Un bimbo
(filgio)-(forse)-?
Nuovo
Per davvero
E non
Sollievo
Progressista
A scuola
di/da questa
Civiltà
Sparisci subito
Riparo nell’androne
è forse ora
Di accendere
Il termosifone
Spegnendo
Il senso
Di questo
Caldo
Il tempo
Stanco
Di pioggia
Lascia
Che cada
la terra
Ma cenere
brucio tabacco
E rimane
Sospesa
Una presa
Da mastico
Lascio
Che il vento
Si porti i covoni
E in tutti gli androni
(Rifugi)
Rifuggi
le scale
Di marmo
Corvino
Di vene e buchetti
Ne lascio
Un rigagnolo
da pulire
Il sangue
Di pezzi
Di nero
Di seppia
Piovuta
Di zuppa
Di pesce
lasciata
A freddarsi
Perché
Nel lasciarsi
la vita
Ti smette
Del solito
Giro
E riprende
Di visi
Incompresi
Che non ho
Mai amato
Che cosa?
(o sempre?)
Saperlo
sarebbe
Poterlo scordare
Ma ora
Così......
Come fai?
Che
Lasciare
Che il senno
Si perda
Di fiaba
Racconti
Una storia
Che sappia
Di spada
E di cappa
E di fata
E di spesa
Alla cassa
Di supermercato
spedito
raccolta
di Punti
Pavesi
mai spesi
lascia(t)i
ripresi
sospesi