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Nel sottobosco dei tuoi occhi s'adagiarono ombre vaghe inclusioni di tempestaspore d'amore giacquero in calma di vento sul fondale di menzogna del tuo volto.Non seppi dirti novella neppure accennare a un'aria di adagio o l'ovvia domanda, trapassata io a stalattite.
Non erano le somiglianze tue a sorprendermi nel tempo stretto d'ottobre tra veglia e sonno,era il gesto probatorio con cui riavvolgevi il canapo delle partenzeil precipitato di sguardo sulla dorsale per il volo e l'apparenza del vero svagato.
Tutto si consuma nell'autunno, pure quest'alba che disincarna il mattino devoto al richiamo dei tigli nel frammento di brina,pure il nostro amore vuoto del distico arioso che iniziò il tuo stretto parlare agli spiriti del giorno, della notte.