A volte mi rendo conto che molto di quello che scrivo è frutto di un'immaginazione fertile ed accesa che va al di là delle parole stesse... sogni e fantasie che si rincorrono e si rinnovano inseguendo nuovi mondi e abbandonandone altri.
Gli astronauti viaggiano in navicelle spaziali verso la loro destinazione; i poeti viaggiano dentro se stessi e nel mondo della sensibilità verso l'emozione. Gli astronauti vedono il mondo e l'universo solo come un insieme di oggetti fisici; i poeti vedono il mondo e l'universo con gli occhi dell'anima e del cuore, descrivendoli con un pizzico di mistero e fantasia, ma evitando di scadere nel genere “giallo” né nell'inverosimile.