Chi è avvezzo a mettersi in gioco, chi nella propria vita ha ripreso a vivere dopo la distruzione della stessa, chi ha dovuto risorgere dalle ceneri di sé stesso e del proprio mondo, chi è morto ed è risorto, chi dalle sue macerie ha colto i pochi germogli e ne ha fatto profumato giardino, chi ha visto nelle frange del buio quell'esile parvenza di luce: ‐ diafana, lontana, impalpabile‐ e ne ha rubato la potenza. Non si spaventa davanti a nulla.
Potremmo e dovremmo essere tutti consapevoli che la vita non ci appartiene. Siamo sicuri e tronfi di dirigere il nostro momento, di gestirlo, plasmarlo, di esserne padroni; ma non è così: il momento, la vita, ci appartiene nell'istante in cui siamo consapevoli che Esso, Essa ci appartiene perchè lo stiamo/ la stiamo, vivendo intensamente, con tutto il nostro essere, quello intimo, familiare, sociale, eterno. Ed io amo la Vita, il mio Momento, pro