L'editore è come un padre con tanti figli, ma non sempre riesce a trattarli tutti allo stesso modo, privilegia chi gli "restituisce" soddisfazioni. È la dura legge dell'editoria, non diversa dalla vita stessa.
Ogni abbandono vissuto non sempre implica sofferenza, come il non essere accettati non sempre vuol dire che non non valiamo abbastanza. C'è sempre qualcuno più forte di noi che ha il potere di farci cambiare e renderci delle nullità, sta a noi la reazione.