Ogni qualvolta che, pur non riuscendo a comprenderne i significati, leggiamo uno scritto o ascoltiamo una musica provandone un’emozione; ogni qualvolta che ci troviamo turbati davanti a una persona, a un’immagine, o notiamo espressioni, atteggiamenti, situazioni di per sé emozionanti, e noi ci commuoviamo... ebbene, siffatte ”realtà”, esse stesse, sono poesia.
Certo è una cèlia, questa mia, cos’altro, ma se a Michelangelo fossero piaciute molto più le giovanette che i giovanotti, nel limitato parco dei capolavori universali avremmo forse avuto una Venere in più e... un David in meno.