Tu che lieve sfiori dita
fra le fronde più alte
al di là delle cime
- e cortese riformi -
dei suoi ricci, le onde
Tu che lieve e potente
mi risvegli alla luce
per dirmi:
“ci sono, rammenta!”
Tu vento di Ariel sospendi
ogni attimo insano
- pesante sull’anima -
Dal selciato l’innalzi
a elevare mi induci
lo sguardo al tuo cielo.