20 Settembre

Il tramonto cala il sipario sull’estate che fu
lancio gli occhi all’insù, come fossero dadi,
che già l’impronta della luna si eleva.
Zanzare ispirate mi danzano attorno,
attratte dall’odore di un sangue che scorre
talmente lento, da risultare al dunque inappetibile,
perfino a loro.
I voloraduni non abitano più gli alberi afoni,
intenti a spogliarsi, come una donna
senza più voglie.
Le luci della sera, sostenute da immobili fili,
provano a dare un tono a una notte,
che gli uomini soli non vedono l’ora finisca.
La solitudine è padrona del mondo,
che pure il sole e la luna son più soli di noi,
li vediamo, appesi, come salami appena insaccati
e nessuno intuisce ciò che stanno realmente a significare.
Non chiedere al vento cosa c’entri lui in tutto questo,
è l’eterno dannato, destinato a rincorrersi per tutta la vita dell’universo,
e forse anche oltre.
Il mare è lontano, troppo,
più dell’abbaiare di un cane,
talmente flebile da dimorare, forse,
soltanto nei miei pensieri.