A Gesú

Pusillanimi uomini erranti
dagli sguardi
di cinerea funesta potenza.
Abbiamo dimenticato l’anacoreta
che spiega l’inganno della mente
e l’illusione del corpo?
Coltiviamo i campi
delle nostre speranze
ma ci attacchiamo agli altri
come le zecche.
Adesso le parole non
significano niente,
tutti le seguono.
Se vogliono farti star male
parlano di politica,
parlano di innovazione
e tecnologia, e mi
sembra di sentire
i vecchi Imperatori
libido in regressione.
La prognosi dello scabroso
è che
il genio non è quello
che sa o quello che
tiene, ma quello che
rompe gli schemi.
Come Gesú,
il poeta non deve mai
suscitare pietà
ma solo clamore.