Ad filiam

Ti voglio spettinata, con flemma
d'argento a suggellare le
tue parole.

In equilibrio dovrai stare,
ma senza libri sopra il capo,
la tua destrezza verrà fuori

come spire d'incenso a 
infondere archi di leggiadria.
Leggi il corpo delle cose,

non volare senza prima 
infarcirti i capelli
di qualche tinta bizzarra.

Parlami dell'amore come
ne parlerebbe una discola,
vai a letto quando hai sonno,

sorvegliami perché i miei
incubi al risveglio non possano
ferirmi.

E cerca di farmi arrabbiare
più che possibile,
altrimenti la mia bocca
si abituerà a cercarti

anche quando non mi sarai
di aiuto.