Congedo

Non sono mai riuscito a salvare nessuno.
Ho divelto porte
smantellato la notte
niente è rimasto di me.
Qualcuno mi ha riportato la voce del mare.
Forse mia madre
che non mi parla da secoli
e mi tramonta accanto
come isola disabitata.
Allora sorgo. Risorgo.
Prigioniero delle mie vene
oscura radice degli inverni
perdo l’equilibrio,
gioisco degli abissi
e precipito.
Un giorno questo sole
imparerà a cadere.