Ginestre

Stagni gelati, screpolati  percorsi fragili
su cui cammino, e mi  s' affaccia il ricordo
di pensieri, come esili figure in lontananza,
prosciugati da dettagli irrilevanti,
smarriti tra le fronde degli alberi,
inseguo, muta, sotto il velluto nero che la notte distende.
Scende sul volto, la grigia tristezza
delle vie fangose e desolate,
e gli occhi
non hanno più orizzonti in cui spaziare.
Vespertino già tinto di rosa
solcato da piccoli sciami di veloci insetti
che disegnano, in volo, vortici dorati
su radure di ginestre fiammeggianti.
Albeggia, ormai, e la terra
d' intorno si risveglia, e il suo respiro
attraversa le tenebre,
s' inerpica su per colline dolci,
mentre  ultime trine di nebbia
svaniscono veloci verso il cielo.