L’osum (sulla via di Berat)

Una sopra l’altra,
Le finestre
Sono mille occhi
Buttati sulla strada.
Il cielo blu si
Specchia fra cime dorate,
Sparse ancora di neve e pietra.
Me ne sto qui; sul letto
Del fiume che scorre calmo
In questa stagione secca.
Gli alberi, nudi, scalano l’antica
Rocca del castello, sembrano
Arresi al tempo: morti.
Vecchio Osum;
Che passi incurante
Fra le pieghe
Dell’anima mia:
Almeno, porta con te
L’ombra che mi appartiene,
Quella che il benevolo Febo
Incolla sui tuoi flutti.
Portala lontana;
Cullala fra le correnti
Macchiate d’argento.
Anche io, d’altronde,
Come te filo
Verso un mare sconosciuto.
Fra albe ignote
Amari tramonti
Scorre il mio viaggio.