Lettera a Graziano di Elode

Oh, Graziano, luce divina, tu vieni a me come il giorno fa con la notte.
Porti il calice della virtù più ardente, che rammarico d'amore non ha pace se non toccato dalle labbra tue.
Cammino con il vaso dell'anima mia tersa e dono a te l'immensa me stessa; con peccati, memorie, dolcezze motorie, tu rimembri il canto antico di chi ti ha amato?
Gora, qual'è il mio nome, t'invoca e ti urla dritto al petto; tu che per il mondo mi hai lasciata e che ora subisco il castigo di tanto amore svanito.
Porto al collo un ramo per dimostrarti che in qualsiasi momento tu voglia, io, me medesima, sono pronta, con un sol gesto sventurato, a togliermi il fiato.