o non essere

come si suol declamare, non so dire esattamente dove come quando e perchè
eppure, ad un certo punto del cammino
mi sono reso conto di essermi caricato sulle spalle una buona porzione di tutto l’ovvio che andava ramingo e perso sotto questo cielo,

e che la vita, come una scintilla, fino alla fine del nostro fragile e precario sempre,
è improvvisa e abbagliante come un fulmine

e che presi tra due fuochi si può soltanto passare sopra, in alto
oppure scavare

e in quel momento
mi son pentito
di non essere salto
di non essere vento
di non essere fango

ma non mi sono mai pentito e neppure ho rimpianto
il fatto
di non essere fuoco

Marco Bo
http://cantidallaperiferiadelmondo.blogspot.it/2016/05/o‐non‐essere‐fuoco.html