Sottocute un tempo celestiale

Liberare vorrei, un’orma
d’ossa che odori ancora
dal peristilio
di terra rinverdita
e sottocute un tempo celestiale 
nettare d’ogni cellula.
che spreco non ci affligga
né ristagni sussurro
alla bocca del sonno
‐la vena irragionevole
sorda, straborda
anche all’elice piatta
del lago.