Sulle ali del Tiaso

Mi innalzai
sulle orde del tempo, 
sul profumo superbo
di zagare oscure,
dove l'avido Eros
mi accolse dormiente.

E acerbi germogli 
di un pavido vento
mi furono dolci
su fragili porti
di un sorriso accogliente.

Così, saffica,
piansi nel Tiaso
dolecezze svanite
disadorno oramai 
di pietre e 
rubine e lanterne...
aspettando sbiadita
l'imillarsi del sole 
sul pallido ventre.