Un vento fortissimo

Un vento fortissimo
sferza e piega gli alberi.
Un gabbiano, su, in alto,
vola controvento.
Pare essere fermo,
tale è la forza del vento.  Gabbiano contro vento
sento me stesso, nella vita,
e appaio anch'io, di certo,
come se non movessi abbastanza le ali,
o non mettessi
forza a sufficienza.

E mi domando:
sono io che l'impegno
non esercito abbastanza,
o, forse, ahimè,
è troppo forte il vento?

Montaione (Firenze), dì 3 marzo 1989 15h56'. 

‐‐‐
() ‐ Nel luglio del 1996 leggo, in “Lettera al padre” di Franz Kafka (1883‐1924): “[... ] È come se uno dovesse salire cinque gradini bassi e un altro un gradino soltanto che però, almeno per lui, è alto come quei cinque messi insieme: il primo supererà non soltanto i primi cinque, ma altri cento e altri mille, la sua vita sarà grandiosa e molto faticosa, ma nessuno dei gradini che ha superato avrà per lui un’importanza pari a quell’unico, primo, alto gradino dell’altro, che le sue forze non sono in grado di superare e al di sopra e al di là del quale naturalmente non riesce ad arrivare].* E sempre in luglio, ma del 2005, di Romano Battaglia, leggo, nel suo prezioso libro intitolato «UN CUORE PULITO», “Ho subìto lo stesso destino dell’erba schiacciata da un sasso: vorrebbe crescere e cercare il sole, ma non ce la fa”. Nella sorte avversa, quanti compagni di sventura troveremmo per il mondo! Una qual certa risposta me la continua a dare però Battaglia medesimo; ma vi citerò questi altri due capoversi, assai esplicativi. Dell’argomento del primo capoverso, senza che ancora avessi letto il citato libro di Battaglia, senza volere, sere fa, ne ho giustappunto parlato con mia moglie, manifestandole la mia gioia nel poterci godére di quel poco che possediamo e che ci possiamo permettere, senza recriminare alcunché di materiale, pur se non potremmo concederci di condurre una vita ricca di agi, quali quello, per le vacanze estive, il recarsi sulle spiagge più alla moda e affrontare i relativi non certo trascurabili costi: ad una vecchiaia, diolovolesse anche marcata, dovremo pur pensarci! Ma quanto ora detto non si riferisce certo alla ragione per la quale scrissi “UN VENTO FORTISSIMO”, lo capite bene: semmai alla citazione, di Battaglia, che riguarda il sasso che schiaccia l’erba. Ma ecco questi altri due suoi straordinari capoversi: “Uno degli atteggiamenti più distruttivi, nel quale incorriamo spesso, è quello di pensare con bramosia a ciò che potremmo avere dalla vita e non a quanto già possediamo. Siamo convinti che una volta realizzato un certo desiderio si possa essere felici e invece ricominciamo di nuovo la corsa affannosa per raggiungere un altro obiettivo. È una catena assurda che ci toglie l’opportunità di apprezzare quanto è già nelle nostre mani e soprattutto l’amore di cui siamo circondati”. Questo secondo capoverso ci aiuta invece a sopportare la vita così come c’è stata largita. E Battaglia, nel mettere le parole in bocca a un Padre del Convento di cui è ospite, intende proprio sottolinearci che la vita è un dono. Sentite dunque quanto riporta, facendoci toccare con mano sul valore della vita, che sottolinea con fermezza, attraverso la forza del ragionamento: “Siamo nati senza chiedere il consenso a nessuno e viviamo senza sapere cosa significhi provenire dal nulla. La vita è un dono immenso, perciò dobbiamo accettarlo qualunque peso o dolore comporti, perché la differenza che intercorre fra la fatica di vivere e il nulla è incommensurabile”. “Quando ci si sveglia al mattino le nostre tasche si riempiono di ventiquattro ore di vita. Sta a noi saperle spendere bene”. Ma anche: “L’uomo che non si concede pause costruisce giorno dopo giorno la propria infelicità”.