Chissà per quale strana combinazione...

"Chissà per quale strana combinazione di eventi..."
Mentre torno in città, alcuni enormi boati disturbano i miei pensieri...
Parcheggio la macchina non distante dall'hotel dove alloggio, non mi va di metterla nel parcheggio privato; preferisco fare una passeggiata.
Allontanandomi dalla mia auto, con la chitarra sulle spalle, vedo i fuochi d'artificio... volgo le spalle a questi giochi pirotecnici, non perché io sia avverso a certe festività, ma semplicemente perchè non le ho mai capite, e anzi mi hanno sempre infastidito.
Decido di passeggiare, è bello passeggiare soli la notte.
Non passa un'auto, tutto è fermo, immobile, anche il vento ha smesso di soffiare...
Chissà per quale strana combinazione di eventi, le persone davanti ai fuochi si uniscono... deve essere senza dubbio qualcosa di molto profondo, che esula dalla comprensione comune.
Continuo a passeggiare dando le spalle ai fuochi e guardando chi ho davanti... sento la chitarra sulla schiena, mi piace, è bello vedere i volti illuminati.
A un certo punto davanti a me si apre un ventaglio di uomini, donne, fidanzati che si abbracciano e mamme che prendono in braccio i loro piccoli.
C'è chi fa i video, chi sorride, chi col dito disegna in cielo figure che nulla hanno a che vedere con la violenza in cui viviamo oggi: tutti sono vicinissimi.
E, Immersi da quel gioco di colori, nell'intento di immortalare il momento, non si accorgono di quello che sta succedendo intorno a loro... umanità incosciente ho pensato.
Continuo il mio cammino dando le spalle ai giochi pirotecnici; è bello vedere i volti illuminati... sembrano perle, è come essere su un palco.
Mi vengono in mente le parole di un mio caro amico: "Quanto sarebbe diversa la tua vita, se avessi imparato a lasciar andare le cose che ti hanno già lasciato andare?"
Conscio, mi volto per immortalare questo momento... in quei pochi attimi ho pensato che ci sono alcuni istanti in cui l'occhio azzurro ha un momento uguale all'occhio blu. Mi volto e continuo per la mia strada, vedo il riflesso delle luci sui palazzi, alcuni cani che abbaiano.
Gli ultimi colpi, le tende delle finestre illuminate vengono abbassate, salgo in camera e appoggio la chitarra sul letto, mi assicuro che sia ben chiusa... non riesco a dormire se la vedo.
Le rose che da giorni agonizzano in questo bicchiere non smettono di concedermi la lealtà del loro profumo, e distanti dalle apparenze, hanno capito che dietro ogni volto vi è un teschio.
Rileggo le frasi che ho scritto a mano su un foglio pentagrammato, non le capirà nessuno.
Adesso posso dire che l’arte è una sciocchezza.
Apro la mia solita bottiglia di vino rosso, che finirò prima di addormentarmi, spengo la luce e mi siedo a conversare con l’ombra che una notte d’inverno dimenticai nel bar di un hotel a Vienna.
Alzo gli occhi alla finestra, il vento ha riniziato a soffiare e sta restituendo al cielo la sua essenza.
Sono il sogno delle orme di alcuni passi che quella notte persero la memoria.
Nessuno mai più è passato di qui.
S’affitta la camera vuota di una casa che ormai più non esiste.